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Cultura & Spettacolo"Racconti d'estate": Ascanio Celestini in un puzzle sentimentale di formidabile intensità

“Racconti d’estate”: Ascanio Celestini in un puzzle sentimentale di formidabile intensità

L’Istituto Ernesto de Martino (Villa San Lorenzo al Prato – via Scardassieri, 47 Sesto Fiorentino (Fi)) presenta “InCanto tutto l’anno 2018”, una rassegna del canto di tradizione orale e di nuova espressività in Italia, giunto alla XXIIª edizione: domani, 9 giugno, a partire dalle 21.15, sarà Ascanio Celestini, accompagnato dalla fisarmonica di Gianluca Casadei, ad andare in scena con lo spettacolo “Racconti d’estate”.

“Racconti d’estate” spiegato attraverso le parole di Ascanio Celestini:
“Delle letture, un lavoro in corso, uno studio, un’improvvisazione, un incontro, uno spettacolo sbagliato. Una parte dello spettacolo è costruito da letture, una parte è improvvisato pescando dal mio repertorio. Alle volte la scaletta è scritta un’ora prima e cambia in corsa. Alcuni racconti provengono dalla tradizione popolare, altri sono completamente inediti. Certe volte sono fiabe moderne, altre volte sono trascrizioni di interviste attraverso le quali si ripercorre una storia realmente accaduta, ma un centro forse c’è sempre: è l’importanza delle parole. Quelle che ci servono per dire verso quale futuro ci stiamo incamminando”.

«Il nostro domani sarà più luminoso del nostro ieri. Ma chi ci garantisce che il nostro dopodomani non sarà peggio del nostro altroieri?». Questo scrive Venedikt Erofeev e noi che viviamo oggi pescando da ieri e dall’altroieri, ci interroghiamo sul domani e sul dopodomani con canti e racconti, ma anche con un po’ di rabbia e sconcerto.

“Si ride sempre per difesa. Il riso è un modo per mettere le mani avanti di fronte a cose che ci disturbano. Ridere è una forma del tragico. Celestini è bravo perché è molto tragico, lui parla di storie interne aggrappandosi alle parole”.
Edoardo Sanguineti

“Ascanio Celestini ha composto le tessere di un puzzle sentimentale, emotivo, politico, sociale di formidabile intensità: solo in scena, come sempre, partendo dal racconto di sé e dell’ansia che lo (ci) attanaglia, Celestini affronta di petto le contraddizioni, i nodi, le tensioni di questa Italia.”
Andrea Porcheddu

“Cinico perché realista, comico perché tragico, Ascanio Celestini riesce ancora una volta a tracciare i contorni di uno spazio di autonomia della parola e dell’ascolto, parlandoci di noi e di quello che non vogliamo cambiare, rimanendo seduti in una stanza troppo grande a fissare un rubinetto troppo distante, nelle cui gocce decidiamo di affogare.”
Lucia Medri

Per informazioni: www.iedm.it – [email protected]