L’assemblea di Non Una di Meno Firenze ha deciso di condividere la testimonianza di una delle sue attiviste per un dibattito pubblico su riconoscimento della violenza, consenso e fuoriusciuta dalla violenza a seguito di due fatti di cronaca: il video di Beppe Grillo e una violenza in un centro sociale
Zoe, di Non Una Di Meno Firenze ha deciso di raccontare lo stupro subìto in una relazione. Ci sono voluti vari mesi per riuscire a comprendere la violenza vissuta e a riconoscerla e, dopo quasi due anni, condividerla pubblicamente.
Può succedere a tutte di vivere una relazione violenta o di fare esperienze di abusi indipendentemente dall’età e dalla coscienza politica. Gli strumenti necessari per riconoscere la violenza sono ancora più difficili da attuare quando è messa in atto da una persona che ti è vicina.
Zoe deciso di raccontare la sua storia sui social e su Controradio dopo i recenti fatti di cronaca: il video di Beppe Grillo che mette sul banco degli imputati la donna che ha denunciato di aver subito uno stupro dal figlio del comico e da tre suoi amici. E non solo, anche a seguito di un fatto di cronaca successo a Firenze in un centro sociale: una violenza denunciata pubblicamente da Non Una Di Meno.
Le attiviste hanno voluto portare alla luce che anche in spazi legati ai movimenti sociali ci siano: “dinamiche che sempre più spesso tutelano e giustificano l’uomo violento e non la donna che la violenza l’ha subita”, come si legge nel post. Una denuncia pubblica per aprire uno spazio di possibilità in cui si possa riconoscere, nominare e rispondere alla violenza machista.
In questo contesto, Zoe ha deciso di raccontare la sua storia per una riflessione sul consenso nelle relazioni, sullo stigma per le donne che subiscono violenza che spesso devono fuggire dal luogo dove vivono -come è successo anche a lei tornata da Roma a Firenze dopo lo stupro- e portare l’attenzione sulla forza dell’accompagnamento collettivo e del movimento femminista.
In podcast: l’intervista a cura di Monica Pelliccia