Paganico, in provincia di Grosseto, tra la fine di agosto e l’inizio di settembre si tiene la Sagra della Granocchia, una delle sagre più longeve e particolari della Maremma. Il culmine della festa è il Palio della Granocchia, nel quale i campioni di ogni quartiere del borgo di Paganico si sfidano lungo un percorso tracciato all’interno del centro storico spingendo una carriola contenente tre rane.
Vince la gara chi arriva primo al traguardo senza aver perso i rospi durante il tragitto. Il palio si svolge durante la prima domenica di settembre ed è l’evento che chiude il ciclo di appuntamenti della sagra della Granocchia.
Quest’anno però è arrivato lo stop della Asl all’uso delle rane vive e quindi il palio si è svolto utilizzando rane morte e congelate, e per cercare di mantenere la difficoltà di trasportare fino al traguardo rane in grado di saltare via dalla carriola, sono stati posti due scivoli sui quali il guidatore della carriola doveva mantenere in equilibrio gli animali morti.
L’utilizzo di rane surgelate ha però scatenato la polemica: “Un’occasione di civiltà persa, una scelta macabra, eticamente condannabile”. Così Carla Rocchi di Enpa. “Avrebbero potuto trasformare questa situazione in un’occasione di creatività e condivisione – aggiunge in una nota -, magari coinvolgendo gli studenti e i ragazzi del posto per creare degli oggetti a forma di rana per la gara, o mettendo in luce le qualità degli artigiani locali. O se avessero voluto usare il ghiaccio magari avrebbero potuto coinvolgere le gelaterie del posto, per creare dei ghiaccioli a forma di rana. Invece si è scelto di portare la morte in un’attività ludica. Di usare quei corpi congelati come degli oggetti con cui giocare, gareggiare, vincere”.
Rocchi sottolinea che “hanno anche costruito dei triangoli a scivolo per far si che fosse più facile far scivolare giù le rane morte, come delle normali biglie. Corpi morti congelati usati per far divertire adulti e bambini, mostrati nelle strade del paese, portate in giro con leggerezza per superare presunte prove di abilità da ‘fantini’ trasformati in becchini”.