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Rapporto salute e welfare 2017: i toscani stanno bene

Welfare e salute: Toscana è tra le prime regioni italiane. “Il nostro sistema sanitario è un sistema che funziona”, “disagio giovanile e dispersione scolastica sono in miglioramento; e calano anche i dati sulla povertà”.

Una popolazione sempre più anziana, che negli ultimi vent’anni è cresciuta solo grazie agli stranieri; con stili di vita sempre più sani, ottimi servizi educativi per l’infanzia, il mercato del lavoro in miglioramento, mortalità in diminuzione, aumento dei malati cronici, costante incremento della violenza di genere, aumento di donazioni e trapianti d’organo.

E’ la fotografia dei toscani, così come emerge dal Rapporto 2017 su “Welfare e Salute in Toscana”, presentato stamani dall’assessore al diritto alla salute, welfare e integrazione socio-sanitaria Stefania Saccardi, nel corso di una mattinata di lavori che si è tenuta a Firenze, al Teatro della Compagnia.

Il volume integra, per la prima volta, tre distinti prodotti realizzati da soggetti diversi: la relazione sanitaria, il profilo sociale, la valutazione del sistema sanitario toscano, curati rispettivamente da Ars (Agenzia Regionale di Sanità), Regione Toscana attraverso l’Osservatorio Sociale, e MeS (Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa).

“Il nostro sistema sanitario è un sistema che funziona, nonostante tutte le difficoltà di una riforma importante come quella che abbiamo fatto” dice l’assessora Saccardi “Sono i dati a parlare. I dati che emergono dal Rapporto, tutti gli indicatori considerati per la sua realizzazione, parlano di una sanità che funziona bene. I toscani vivono più a lungo, hanno abitudini e stili di vita più sani, maggiori chance di sopravvivenza grazie agli screening; si salvano più vite rispetto al passato, sono cresciute le vaccinazioni; disagio giovanile e dispersione scolastica sono in miglioramento; e calano anche i dati sulla povertà. Certo, ci sono ancora punti deboli su cui si sta lavorando e ottenendo miglioramenti, ma il nostro sistema è in buona salute”.

Sembra che i toscani nel 2017 godano di buona salute a giudicare dalla durata della vita, che assicura a un neonato di oggi di arrivare a più di 85 anni se femmina e a 81 se maschio, circa 6 mesi di più della media italiana, che è tra le più alte del mondo.

Chi nasce e vive in Toscana ha abitudini in linea di massima migliori degli italiani. Si beve meno alcol rispetto al passato, ancora un po’ di più della media italiana, ma con meno eccessi (meno ubriacature). Si mangia un po’ meglio e si fa più attività fisica e sportiva (la praticano 2/3 dei toscani da 3 anni in su), con effetti positivi sul peso: la temuta “epidemia” di obesità, che colpisce molte regioni del sud Italia, in Toscana fortunatamente non c’è. Diminuiscono i fumatori e cominciano gli effetti positivi sulla mortalità legata al fumo: meno malattie respiratorie e meno tumore del polmone quindi.

Diminuisce la mortalità generale, grazie ai continui progressi in prevenzione e cura di tumori e malattie cardiocircolatorie, patologie che da sole costituiscono i 2/3 dei decessi. I programmi di prevenzione primaria (stili di vita) e secondaria (screening) prevengono la malattia o ne anticipano la diagnosi, dando più chance di sopravvivenza e aumentando l’aspettativa di vita di un toscano che scopre di essere malato.

La mortalità infantile, indicatore internazionale dei sistemi sanitari, è ormai a valori molto bassi, così come si riducono la mortalità prematura (la morte che colpisce prima dei 65 anni) e la mortalità evitabile con interventi di prevenzione e cure tempestive assicurate dal sistema sanitario toscano. La tempestività con la quale il sistema reagisce alle emergenze, quando il tempo conta (ictus o infarto), permette di salvare più vite rispe tto al passato.

L’introduzione della legge sull’obbligo vaccinale, ha fatto sì che tutti i livelli di adesione a 24 mesi di vita aumentino in Toscana, riportando la regione sulla soglia di eccellenza della copertura vaccinale in Italia ed in particolare la campagna vaccinale per il Meningococco C, a seguito del grande incremento di casi avvenuto nella nostra regione nel 2015 e nel 2016, ha inciso in maniera davvero positiva, riducendo i casi di malattia e riportandoli sui valori attesi prima dell’incremento.

La Toscana è ormai dal 2012 stabilmente ai vertici della classifica delle regioni dei Livelli Essenziali di Assistenza, ovvero quelle prestazioni e servizi che il Servizio sanitario è tenuto a fornire a tutti i cittadini, confermando la propria capacità di attrarre pazienti da altre regioni. Continua la diminuzione dei ricoveri, grazie al lavoro fatto per ridurre quelli inappropriati, per patologie risolvibili a livello ambulatoriale o in regime breve di Day Hospital.

Tutto avviene in un periodo di profondo rinnovamento del sistema regionale, che ha visto la riforma delle Aziende sanitarie, delle Zone Distretto e del servizio di 118. Pur partendo da una situazione molto positiva i risultati continuano a migliorare: più della metà degli indicatori di performance del sistema sanitario infatti ha registrato in questo ultimo anno miglioramenti, raggiunti anche grazie alla maggior capacità di garantire omogeneità sul territorio toscano in termini di qualità e appropriatezza dei servizi erogati. Alcune difficoltà permangono nell’accesso alle prestazioni diagnostiche e ad alcuni interventi chirurgici, materia sulla quale si è intervenuti recentemente con una delibera regionale per porre in atto misure di riduzione dei tempi di attesa; altre delibere seguiranno, sempre nella stessa direzione. Alcuni risultati del welfare toscano.

I Comuni toscani spendono per interventi e servizi sociali oltre 476 milioni di euro (2015), da cui deriva una spesa pro-capite di 127 € (la media nazionale è di 114 €). C’è un impegno importante nei confronti delle giovani generazioni che vivono situazioni di disagio, in quanto i servizi sociali in Toscana seguono direttamente quasi 4.000 bambini e ragazzi con attività socio educative presenti in tutte le Zone socio sanitarie. Inoltre gli indicatori relativi al disagio ed alla dispersione scolastica sono in miglioramento, quindi aumenta il tempo di permanenza dei ragazzi nei circuiti scolastici e formativi. Esiste e si consolida un Terzo settore forte e disseminato sul territorio con una dotazione di capitale sociale e una spiccata propensione all’associazionismo. In Toscana ci sono oltre 26.500 organizzazioni non profit che coinvolgono oltre 51 5.000 persone attive (di cui il 91% volontari e il 9% addetti). La cooperazione sociale è una realtà consolidata ed è risorsa essenziale per il welfare locale. Il fenomeno della disoccupazione è fortemente al di sotto del dato italiano. Diminuisce lo svantaggio per la componente femminile e diminuiscono i giovani NEET (not in education, employment or training). Migliorano nel contempo i dati sulla povertà che riguardano 59.000 famiglie in povertà relativa (3,6%, dato in diminuzione e molto inferiore al 10,6% medio nazionale) e 53.000 famiglie in povertà assoluta (3,2% contro una media italiana del 6,1%). Sono in aumento le disponibilità reddituali dei toscani che mantengono un trend positivo e collocano la regione al di sopra del dato medio italiano. Uno sguardo sul contesto socio demografico

I toscani al 1.1.2018 sono circa 3.737.000 residenti: la popolazione, cresciuta negli ultimi venti anni grazie agli stranieri (che sono l’11% della popolazione), diminuisce per il terzo anno di seguito. Prosegue un costante invecchiamento della popolazione: gli anziani sono vicini al milione, 1/4 dei toscani è over 64 e ci sono due anziani ogni giovane 0-14 anni. Le famiglie in Toscana sono 1.650.000 e sono in trasformazione. Si assottigliano le reti familiari (2,25 componenti medi per famiglia, media Italia 2,31) e aumenta l’instabilità matrimoniale (13.700 separazioni e divorzi nel 2016, 3,4 ogni 1000 residenti).

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