Dom 22 Dic 2024
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Rapporto sulla criminalità in Toscana: eroina e boom di sequestri

Firenze, è stato presentato nella mattina di oggi il VI rapporto sui fenomeni di criminalità organizzata e corruzione in Toscana, relativo al 2021, realizzato dai ricercatori della Scuola Normale Superiore di Pisa.

Secondo quanto è emerso dalla ricerca, il traffico di stupefacenti rappresenta il principale e più fiorente affare illegale in Toscana che, per l’eroina, è la quinta regione italiana per quantitativo sequestrato. E anche per le droghe sintetiche è in posizione primaria nello scenario nazionale. Il porto di Livorno si conferma il terzo scalo nazionale per cocaina sequestrata, dietro Gioia Tauro e Vado Ligure. A Livorno, spiega il rapporto, si è assistito a una forte crescita, così come a Prato nell’ultimo quadriennio, prima del brusco calo registrato nel 2021.

Nel 2021 la provincia di Firenze è la prima per numero di operazioni, sono 224, seguita dalle 182 di Livorno, dalle 109 di Massa e dalle 104 di Pisa. Negli ultimi 15 anni si registra un incremento del quantitativo di stupefacente sequestrato in Toscana, a fronte, invece, di un calo nel numero di operazioni. In riferimento alla cocaina sequestrata, nel 2021 si assiste ad un brusco calo nei quantitativi intercettati in Toscana (-81,19% rispetto al 2020), in discontinuità con gli anni precedenti; nel 2020 la Toscana è stata la seconda regione in Italia per stupefacente sequestrato (3495,21 kg, +199,52%), seconda soltanto alla Calabria.

Secondo il rapporto, negli ultimi anni si è consolidato un processo di internazionalizzazione del mercato che ha riguardato componenti straniere. Il numero di stranieri denunciati per il reato di traffico di stupefacenti è 989 nel 2020 e 37 per il reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Per quanto riguarda la tratta di esseri umani legata al racket della prostituzione negli anni pre-pandemia, ossia tra 2016-2019, le statistiche giudiziarie mostrano un numero significativo di procedimenti penali. Nel 2020 su 99 persone indagate per il reato di sfruttamento della prostituzione, 71 sono stranieri.

Nel rapporto vengono inoltre individuati 39 episodi di potenziale corruzione. Prendendo in considerazione gli ultimi sei anni, si nota che quasi un terzo rivela casi di “corruzione sistemica”, caratterizzata da un ampio numero di attori coinvolti, circa la metà dei casi riguarda la “corruzione consuetudinaria”, praticata cioè in ambiti più circoscritti di attività politico amministrativa e con un numero limitato di attori coinvolti. Un terzo dei casi infine è riconducibile alla cosiddetta “corruzione occasionale”. Diminuiscono di poco, da 3.777 a 3.659, i procedimenti per reati contro la Pubblica Amministrazione, ponendo la Toscana all’11esimo posto, mentre per peculato è la seconda regione in Italia.

Gli episodi di corruzione generica sono quintuplicati, passando da 5 a 26. Aumentano le turbative d’asta, raggiungendo i 6 episodi. “Il pericolo cresce – commenta l’assessore regionale alla cultura della legalità, Stefano Ciuoffo – ma cresce anche la nostra attenzione a tenere sempre alta la guardia”.

“La Toscana – spiegano Donatella Della Porta e Salvatore Sberna della Scuola Normale Superiore di Pisa – si è scoperta vulnerabile in questo trentennio di ricorrenti crisi che si sono succedute colpendo in fasi distinte i diversi settori dell’economia e della società toscana. Nessun territorio è stato risparmiato dall’impatto di questi cambiamenti, ma in alcuni di questi alle crisi è corrisposto un complessivo declino dei sistemi produttivi locali e del loro tessuto sociale, mettendo in discussione modelli, apparentemente resilienti, perché capaci un tempo di coniugare sviluppo locale e capitale sociale. Il rapporto di quest’anno mostra come le mafie e la corruzione sfruttano queste vulnerabilità, accelerando e aggravando gli effetti negativi di queste crisi, da qui l’esigenza di attivare nuovi meccanismi di accountability sociale che alimentino processi di monitoraggio civico dal basso”.