Sono 19 i progetti per il Recovery Plan toscano, predisposti in pochissimo tempo e in linea con gli obiettivi NextGenEu, da una ‘cabina di regia’ istituita da Fondazione CR Firenze che ha chiamato per questo scopo personalità provenienti dal mondo dell’impresa, accademico e sociale che hanno operato a titolo completamente gratuito.
Il risultato di questa operazione viene presentato in un webinar oggi pomeriggio alle 16.30 (per partecipare clicca qui) da Marco Buti, Capo di Gabinetto del Commissario europeo agli Affari Economici Paolo Gentiloni, dal Presidente di Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori, dal Direttore Gabriele Gori e dal professor Alessandro Petretto che ha coordinato i lavori. Intervengono anche il Presidente dell’Istituto Universitario Europeo Renaud Dehousse, il Presidente della Giunta regionale Eugenio Giani, l’Assessore al coordinamento progetti Recovery Plan del Comune di Firenze Cecilia Del Re in rappresentanza del Sindaco Dario Nardella, e il Presidente Anci Toscana Matteo Biffoni.
”Per Fondazione CR Firenze – sottolinea il Presidente Luigi Salvadori – si tratta di una iniziativa molto importante che conferma il nostro ruolo nel tessuto economico e sociale del territorio. Abbiamo infatti accolto, immediatamente e con entusiasmo, la sollecitazione che ci è pervenuta dal professor Buti di essere promotori di progetti provenienti dalla società civile da affiancare e aggiungere, in maniera complementare e assolutamente disinteressata, a quelli che presenteranno le Istituzioni toscane. La presenza del Presidente Eugenio Giani, dell’Assessore Cecilia Del Re e del Presidente Biffoni confermano il grande interesse e l’alto gradimento con cui è stato accolto il nostro intervento. È stata infatti pienamente compresa la complementarietà dell’operazione rispetto ai progetti che sono in corso di elaborazione nelle istituzioni pubbliche”.
Il Rapporto contenente tutti i progetti presentati a Buti è stato redatto da un gruppo di lavoro composto da Alessandro Petretto, Gabriele Gori, Mattia Forni, Stefania Galli, Andrea Rapisardi e Alessandra Zagli ed è stato condiviso dal Presidente di Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori e dal Vice Presidente Jacopo Speranza. Gli esperti che hanno contribuito all’elaborazione dei progetti sono: Luca Bagnoli, Giovanni Biondi, Gabriele Burgio, Stefano Casini Benvenuti, David Chiaramonti, Marco Carini, Leonardo Carrai, Marco Carrai, Ludovica Fiaschi, Anna Gatti, Federico Gelli, Stefano Grifoni, Antonella Mansi, Massimo Mercati, Giorgio Moretti, Lorenzo Perra, Gianni Salvadori, Walter Salvatore, e Eike Schmidt.
“I progetti – spiega il professor Alessandro Petretto – riguardano tutte le sei Missioni in cui è suddiviso il Piano nazionale di Ripresa e di resilienza per accedere al Recovery and Resilience Facility del NextGenEu: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (6 progetti); rivoluzione verde e transizione ecologica (5); infrastrutture per una mobilità sostenibile (1); istruzione e ricerca (3); inclusione e coesione (2); salute (2). Coprono degli ambiti lasciati scoperti nei singoli cluster del piano e sono identitari del nostro territorio; sono innovativi e in grado di attivare il settore privato e il Terzo Settore. Le schede-progetto sono predisposte secondo un format comune che riporta finalità, dimensioni, coerenza con gli obbiettivi NGEU e le principali ricadute per l’economia regionale di ciascun progetto’’.
Nel caso i progetti o parte di questi siano finanziati, sarebbe opportuno che i fondi affluiscano alla Regione Toscana in modo che questa possa inserirli in un apposito capitolo del bilancio e provvedere alla distribuzione dei pagamenti secondo le tempistiche che, in linea con gli standard europei, dovranno essere concordate. La verifica dell’attuazione dei progetti, il monitoraggio delle fasi, la rimozione di eventuali ostacoli all’implementazione dovrebbe essere affidata ad una Commissione di cui potrebbero fare parte rappresentanti della Regione, della Città Metropolitana di Firenze, di Anci-Toscana, per conto dei comuni della Regione. Fondazione CR Firenze interverrebbe solo in veste di coordinatrice ed avrebbe prevalentemente la funzione di collegamento tra i proponenti i progetti, con i quali manterrà costantemente i contatti durante lo sviluppo temporale degli stessi.
”Questa operazione – aggiunge Salvadori – è emblematica della capacità della nostra istituzione di sapere fare squadra, coordinando e stimolando la migliore progettualità della società civile coinvolgendo alcune delle figure più autorevoli che ruotano attorno al nostro ambito e che, ripeto, in pochi giorni e con grande entusiasmo, hanno risposto al nostro invito. Essa è anche esemplare del nuovo protagonismo che Istituzioni come la nostra stanno conquistando nel nuovo scenario che si sta configurando in seguito alla crisi pandemica. È evidente che le risorse (anche le nostre) non cresceranno nei prossimi anni e questo ci impone nuovi modelli operativi se desideriamo rendere ancora più efficace il nostro impatto sul territorio. Ciò comporta a tutti i livelli una maggiore efficienza, migliori competenze e una più razionale distribuzione delle risorse. Credo che l’incontro di oggi dimostri che siamo sulla buona strada”.
I PROGETTI – SINTESI
La Missione 1, la più articolata e multiforme, concerne la modernizzazione del sistema economico, in particolare l’innovazione e gli incentivi all’investimento privato, e la valorizzazione sociale del grande patrimonio culturale della nostra regione. Tutto passa attraverso la digitalizzazione delle corrispondenti attività, essendo il digitale non un settore a sé, ma il principale driver di trasformazione della manifattura, dei servizi privati e pubblici, del lavoro. Il primo dei 6 progetti si formulano alcune iniziative per sviluppare l’innovazione nella regione. In particolare, si prefigura l’istituzione di un nuovo organismo, o il rafforzamento di uno esistente, in grado di incanalare capitali permanenti dedicati al perseguimento di finalità di innovazione e modernizzazione di business esistenti (digitalizzazione, e-commerce, home delivery, etc.), creazione di nuove start-up, scale up di start-up esistenti e consolidamento/aggregazione post Covid per imprese già fuori dalle fasi di start-up, ma che non riescono a raggiungere la scala e le competenze necessarie per competere al di fuori del mercato locale. L’organismo potrebbe essere inserito in un incubatore universitario. La digitalizzazione coinvolge anche il turismo, invece generalmente considerato in Toscana un settore maturo e poco incline all’innovazione di prodotto e di processo. Al riguardo, il progetto ‘La guida digitale 4.0’ punta alla creazione di un applicativo web per semplificare, efficientare e rendere maggiormente consapevole l’esperienza di visita sul territorio regionale. Lo scopo è favorire il decongestionamento delle aree sollecitate dal “turismo di massa” e al contempo tutelare i beni architettonici e artistici promuovendo i luoghi meno noti, sviluppando un turismo culturale capace di apprezzare anche le realtà meno note. Al riguardo, nella Missione c’è anche una proposta di creare un’accoglienza accessibile, completa e facile da “usare”. Il progetto è volto a creare strutture che forniscano uno standard di qualità, di minimi servizi offerti, di capacità alberghiera, di servizi di assistenza meccanica (bici), di piccolo commercio, di ricerca delle ricette gastronomiche della zona. La filosofia dovrebbe essere quella della stazione della posta dei secoli passati. In merito alla tutela del patrimonio culturale, si prefigura un progetto volto alla progettazione e realizzazione di un sistema di sicurezza e sorveglianza integrato per i luoghi di cultura (estendibile anche a luoghi di culto che conservano beni importanti o sensibili) e le strutture museali decentrate. Gli obbiettivi sono economizzare i costi, introdurre la tecnologia di ultima generazione e aumentare il livello di sicurezza. Un altro progetto è volto a rendere accessibili e valorizzare opere d’arte in maniera da rendere più attraente il territorio per il turismo, e da (ri)costruire una proposta di identificazione e interpretazione culturale per gli abitanti. Si prospetta quindi una sistematica redistribuzione e di beni artistici e culturali inutilizzati e sottoutilizzati nei depositi per renderli accessibili e valorizzarli in sedi decentrate. L’ultimo progetto, Firenze smart city, mira a fare di Firenze una smart city secondo l’accezione ricorrente di città dove si vive bene. In particolare si prefigura una Centrale operativa in grado di migliorare la vita quotidiana dei cittadini, affrontando le aree di intervento a maggiore priorità (mobilità, salute, servizi ecc.). La Centrale predisporrà la distribuzione di sensori per acquisire dati, li assemblerà con informazioni esterne e li tratterà tramite algoritmi di IA.
Nella Missione 2 sono presenti 5 progetti rivolti alla transizione verde ed ecologica. L’area di riferimento è quella dell’economia circolare e della tutela della risorsa idrica. I quattro progetti sull’economia circolare si fondano su due principi. In primo luogo, promuovere la transizione con filiere domestiche, possibilmente regionali, per re-incanalare in termini nuovi le risorse nell’economia reale; in secondo luogo, favorire la simbiosi industriale, cioè il passaggio di materia tra aziende posizionabili in vari punti della filiera e che oggi non “dialogano” o non lo fanno a sufficienza in tema di rifiuti, energia, acciaio e agricoltura. Le quattro proposte di economia circolare nel Piano prevedono soluzioni innovative, dove l’innovazione proposta non è solo da un punto di vista tecnologico, ma anche regolatorio e dei mercati. Nel primo di questi progetti si mira proprio a creare un nuovo mercato per l’offsetting della CO2 e delle emissioni serra, combinando potenziali produttori di crediti. Nel secondo si punta alla produzione di combustibili liquidi marini tramite pirolisi/HTL, che tratta materiali polimerici e li converte in oli grezzi. Il terzo ha come obiettivo il recupero di carbonio rinnovabile e altre materie dai rifiuti speciali industriali e dai fanghi di depurazione. Il quarto mira a decarbonizzazione il settore agricolo, rispondendo agli obiettivi EU, migliorarne la sostenibilità e la resilienza ai cambiamenti climatici, intervenendo sulla salute dei suoli marginali, cioè quelli a basso contenuto di carbonio organico, salinizzati, acidificati aridi, con scarsa fertilità, eutrofici, ecc. All’interno della Missione 2 è inserito un progetto dedicato alla tutela della risorsa idrica, una tematica sensibile nella nostra regione che pur, relativamente meglio organizzata rispetto ad altre, presenta punti critici. La proposta riguarda una nuova rete acquedottistica di adduzione e distribuzione che consentirà la realizzazione di un sistema efficiente capace di garantire una maggior sicurezza di approvvigionamento di risorsa idropotabile verso aree soggette ad emergenza idrica. La risorsa idrica derivata dall’invaso di Montedoglio si renderà disponibile ai comuni del Valdarno aretino e fiorentino attraverso il collegamento con la rete esistente, consentendo anche il miglioramento degli standard di servizio.
Nella Missione 3 è proposto un solo intervento ma su un aspetto cruciale della modernizzazione e sostenibilità della mobilità non solo regionale: il monitoraggio digitale della tenuta dei ponti. La frammentazione delle competenze tra i diversi uffici a livello comunale, provinciale e regionale, limita fortemente la possibilità di organizzare e programmare in modo unitario valutazioni di sicurezza e operazioni di sorveglianza e monitoraggio, così come ancor più difficile diventa la programmazione e gestione degli interventi. Il progetto propone quindi di sviluppare un sistema informativo a livello regionale che raccolga le informazioni dei ponti e viadotti della Regione Toscana gestiti dalle Amministrazioni Locali a diverso livello, comunale, provinciale e regionale, consentendone l’aggiornamento continuo da parte degli uffici preposti. Il progetto proposto interesserà la rete dei ponti e viadotti della Toscana gestiti da Comuni, Città Metropolitana, Province, Regione. Ricostruirà l’intera rete stradale regionale sì da coordinare e ottimizzare le operazioni di ispezione, sorveglianza, monitoraggio, controllo e manutenzione/adeguamento. Il numero dei ponti in gestione alle sole province e città metropolitana supera i 5000, cui si devono aggiungere tutte le opere in gestione ai comuni. Il sistema integrato informativo sarà unitario e centralizzato ma consentirà a ciascuna amministrazione di accedere alle informazioni sull’intera rete regionale. L’alto profilo informatizzato del progetto ne fa uno dei più coerenti con la transizione digitale della pubblica amministrazione regionale e locale.
Nella Missione 4 sono concentrati 3 progetti per lo sviluppo del capitale umano tramite la formazione professionale rivolta al settore moda, al settore agricolo e all’industria 4.0. Nel settore cruciale della moda si propone una razionalizzazione dell’offerta formativa e un’aggregazione delle strutture, unitamente ad un innalzamento della cifra qualitativa dell’istruzione. La finalità preponderante è la limitazione del mismatch occupazionale che affligge il settore in Toscana, dovuto alla scarsa competenza digitale di chi fa offerta di lavoro, a fronte di una domanda sempre più sofisticata, qualificata e specifica. Inoltre, l’intento è contribuire a fare della Toscana il luogo di elezione nel quale venire a formarsi per lavorare, a tutti i livelli, nel sistema Moda e il territorio in cui i grandi Brand vengono a reclutare personale qualificato. Si propone poi l’istituzione di un Polo di formazione in agricoltura, costituito attorno a laboratori specifici e aggreganti di diverse funzioni. L’idea di Polo aiuta a mettere insieme in agricoltura settori e percorsi formativi oggi distinti come quello turistico, quello del marketing, del digitale, oltre ai classici settori della manutenzione nei campi, dell’enologia ma anche della gestione, della manutenzione delle macchine agricole etc. Sia la transizione digitale che quella verde sono quindi centrate in questo progetto. C’è poi la proposta di costituire un Parco tecnologico per l’innovazione, un vero e proprio parco con svariate aree tutte interconnesse tra loro, una serie di laboratori di ricerca ad alto contenuto tecnologico in cui si sviluppano temi – come sostenibilità, eco- industria, transizione energetica, ecc. – dimostratori di idee e spazi idonei per favorire l’incontro tra aziende del settore meccatronico/informatico, ricercatori e professionisti, distaccamenti di ITS ed Corsi universitari. Si tratta di concentrare gli attori deputati alla formazione e al trasferimento tecnologico in aree, dedicate alla realizzazione dei progetti, veri e propri spazi dove poter accelerare il cambiamento e la tipizzazione di alcuni prodotti.
Nella Missione 5 si trovano 2 iniziative di contrasto alla povertà e al disagio sociale. Un primo progetto, di natura composita, è finalizzato alla creazione di Comunità solidali per la creazione di lavoro e lo sviluppo del volontariato. E’ articolato in due linee di azione: una, mira a costruire a livello toscano quattro percorsi di attivazione di reti tematiche e di co-progettazione (agricoltura sociale, anziani non più soli, diritti sociali e diritti al lavoro dei detenuti ed ex detenuti, co-housing sociale); l’altra, tenta di favorire la nascita di incubatori di impresa sociale in Toscana attraverso il coinvolgimento di Università, Enti pubblici, Terzo settore. Ciascuna linea di azione prevede una serie di interventi. Una seconda proposta, concerne il recupero delle eccedenze alimentari dalle produzioni agricole e industriali nell’area agro-alimentare e delle derrate e prodotti alimentari. Il progetto è composito in quanto punta all’ampliamento degli attuali magazzini di stoccaggio del Banco alimentare, un’istituzione molto nota dedita a fornire pasti ai soggetti disagiati, il decentramento territoriale del servizio a livello provinciale, la gestione dei prodotti surgelati, e la gestione della carne.
I 2 progetti della Missione 6 intervengono su alcuni aspetti cruciali della modernizzazione dell’organizzazione sanitaria nella regione: da un lato, l’interoperabilità dei dati e l’applicazione diffusa dell’informatica sanitaria, e, da un altro, la riorganizzazione delle relazione tra le unità di intervento sul territorio. Il primo progetto è volto a fornire una gestione dinamica di organizzazione, attivazione ed erogazione dei servizi sanitari del Ssr della Toscana, attraverso un Clinical Management System (CMS) di nuova generazione. Il sistema proposto è basato sul concetto di comando, controllo, cooperazione e comunicazione in tempo reale, tenendo conto dello strumento di innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria. Si tende a creare una rete ospedaliera e territoriale, con una grande capacità di intervento dei servizi sociali e con un sempre maggiore coinvolgimento del paziente e della sfera familiare. L’obiettivo è disporre di un sistema di monitoraggio in tempo reale delle attività delle varie unità cliniche elementari, le unit operative, semplificando la modalità per consentire la cooperazione di tutte le unit al fine di gestire i processi clinici e sanitari in un reale continuum assistenziale. Ciò implica capacità di trattare, integrare e monitorare, da parte del sistema, ogni singolo elemento che contribuisce al processo operativo, dagli strumenti complessi a bordo letto o presenti, per esempio, nelle sale operatorie fino a sistemi domiciliari di telemedicina o device indossabili, a ogni tipologia di operatore, sia esso medico ospedaliero o di medicina generale, infermiere, assistente sociali, tecnico, ecc. Il progetto si avvale dello stato dell’arte dell’information technology in conformità con gli standard internazionali e nazionali sia di informatica medica che tecnologici, per abilitare e consentire una cross interoperability basata su standard FHIR, DICOM, Mpeg-g, etc. Saranno garantiti allo stesso tempo tutti i principi di sicurezza e di privacy, in completa aderenza al regolamento europeo sulla protezione dei dati. Il secondo progetto è collegato al primo nel senso che trarrebbe grande giovamento proprio dall’informatizzazione sanitaria alla base, appunto, del primo. Il progetto persegue infatti l’obiettivo di fondo di coniugare sistematicamente la medicina di precisione con la medicina di prossimità. A tal fine si propone un modello Hub & Spoke potenziato sul territorio per una Sanità digitale, resiliente e centrata sul paziente, che prevede l’integrazione degli Ospedali di II-III livello (Hub) non solo con gli Ospedali di I livello ma anche con i presidi dei Medici di Medicina Generale e con le “Case della Comunità”. Quest’ultima nuova struttura viene proposta per sviluppare un modello di Cure Primarie che si interessi della salute e del benessere dell’intera comunità, capace di garantire assistenza continua, longitudinale e globale, essere facilmente accessibile e flessibile, riconoscere lo stesso valore a promozione della salute, prevenzione della malattia, trattamento e cura del paziente acuto, del paziente cronico complesso e fragile, cure riabilitative e cure palliative. Per raggiungere tali obiettivi, il nuovo modello deve basarsi su inter-professionalità e intersettorialità degli interventi, comprensivi anche della prevenzione e promozione della salute.