Mar 19 Nov 2024
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Renzi: lettera scuse e 6500 euro da vicino che girò video famiglia durante lockdown

Nella sua Enews, tuttavia, Renzi ha affermato che la settimana prossima lui e la sua famiglia procederanno alla richiesta di danni anche in sede civile.

Aveva filmato dalla sua finestra in pieno lockdown la famiglia dell’ex premier che giocava a pallavolo in giardino, realizzando un video poi diventato virale. Per questo un vicino di casa di Matteo Renzi  difeso dall’avvocato Mario Taddeucci Sassolini, oltre a presentare una lettera di scuse ha versato al leader di Italia Viva,  parte civile nel procedimento e assistito dall’avvocato Federico Bagattini, un assegno da 6.500 euro, cifra ritenuta congrua dal giudice per estinguere il reato.

Il  processo a carico dell’uomo  è stato dichiarato estinto, per condotta riparatoria da parte dell’imputato, accusato di intromissione illecita nella vita privata per in cui si affermavano cose risultate false, tra cui la circostanza che nel giardino della villa di Renzi fossero presenti anche degli amici, in violazione delle norme anti Covid

Nella sua Enews, tuttavia, Renzi  ha affermato che la settimana prossima lui e la sua famiglia procederanno alla richiesta di danni anche in sede civile. “È scandaloso – ha scritto Renzi in una lettera inviata al giudice del processo penale – che si possano riprendere dei minorenni, per di più all’interno della loro abitazione o giardino. E forse è ancora più scandaloso che si possa affermare che i minorenni violino delle regole stabilite dal Governo per tutti i cittadini”.

“Mia moglie Agnese – prosegue la lettera – è insegnante ed è stata costretta a spiegare alla cerchia di conoscenti che non vi era alcuna violazione in casa nostra del Dpcm. Ma soprattutto lo ha dovuto fare a scuola, davanti a coetanei dei nostri figli”. “I componenti della scorta – aggiunge ancora Renzi  – sono stati pesantemente colpiti nella loro professionalità. Sostenere che personale dell’Aisi si possa prestare a accompagnare amici minorenni da una casa all’altra è profondamente lesivo della reputazione”.

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