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Renzi-Nardella, dopo una giornata di accuse e polemiche, insieme ma divisi a guardare il tennis al PalaWanny. Sul multificio scendono in campo anche gli assessori Meucci e Giorgetti

Renzi Nardella

Firenze, una giornata complessa, quella di sabato, fatta di accuse e polemiche, tra il leader di Italia Viva Matteo Renzi e il sindaco di Firenze Dario Nardella.

“Non ho bisogno di litigare con Dario Nardella, primo perché non litigo con gli amici, poi perché non ho nessun obiettivo politico che mi porti ad avere voglia di litigare con lui. Evidentemente ha bisogno lui di litigare con me, e me lo ha detto chiaramente l’altro giorno quando è venuto a casa mia a parlare con me. – ha detto Matteo Renzi spiegando i motivi delle polemiche con Nardella ai giornalisti – Ha bisogno di litigare con me per un motivo molto semplice, perché se uno litiga con Renzi come minimo nel Pd lo fanno segretario nazionale“.

“Enrico Letta ha fatto carriera solo perché ha litigato con me. Siccome c’è il congresso – ha aggiunto poi Renzi – Nardella deve far vedere che litiga con me. Dario non sarà né il primo né l’ultimo di quelle persone che hanno lavorato una vita con me e che in qualche modo hanno avuto riconoscimenti anche grazie a me. Dario non ha il monopolio, c’è una lunga lista. Se deve litigare può farlo da solo”.

Poi le polemiche si sono spostate sul cosiddetto ‘Multificio Fiorentino’, a cui Renzi ha dedicato addirittura una conferenza stampa con tanto di presentazione di una petizione: “L’idea di una pubblica amministrazione borbonica che fa cassa coi problemi dei cittadini è inaccettabile. – ha attaccato l’operato di Palazzo Vecchio Renzi – Non si può governare con un atteggiamento in cui il cittadino, specie in un momento di crisi come questo, fa da bancomat alla Città. A Firenze negli ultimi tre mesi c’è stata una esplosione di multe, +620%: questo è solo per far cassa. La lotta per la sicurezza stradale è per me una delle priorità più importanti da quando faccio politica: non posso accettare che si dica che noi siamo contro i temi della sicurezza stradale”.

“Grazie al progetto Davide abbiamo ridotto a Firenze la mortalità sulle strade del 73% – ha aggiunto Matteo Renzi ricordando i suoi giorni di sindaco di Firenze. – I soldi, circa 20 milioni di euro, che sono venuti dagli autovelox che hanno fatto questa strage di multe in questi giorni, devono andare tutti alla sicurezza stradale e proponiamo che siano le associazioni a coordinare i progetti – ha aggiunto -. Non un centesimo deve andare a sanare il bilancio del Comune“.

Sempre sulle polemiche per le multe a Firenze, Matteo Renzi ha chiosato affermazioni dei giorni scorsi dell’assessore comunale al traffico Stefano Giorgetti. “Replico che lui è un altro miracolato del renzismo”, ha detto Renzi, ma “se si vuole essere seri, sulle multe – ha spiegato il leader di Iv – si mettono dei cartelli in modo più evidente, si aumenta la velocità di 10 chilometri all’ora nelle strade a quattro corsie perché prendere una multa a 51 in una strada a quattro corsie è una presa in giro, e tutti i denari che vengono presi devono andare davvero sulle questioni di sicurezza stradale”.

“Su questi temi – ha concluso – lanciamo oggi una petizione popolare in tutta la città di Firenze e non solo perché su questi temi se qualcuno pensa di utilizzare in modo ipocrita la vicenda della sicurezza stradale nei miei confronti sappia che su questo tema noi non faremo sconti a nessuno”.

Passano solo poche ore e arriva la replica dell’attuale assessore alla mobilità del Comune di Firenze Stefano Giorgetti: “Con Matteo Renzi abbiamo fatto fin dall’inizio un percorso politico insieme, che è servito ad entrambi per crescere nella proprio autonomia, percorrendo ognuno la propria strada; non è mai stato necessario da parte mia chiedere un posto o essere miracolato – risponde Giorgetti alle dichiarazioni del leader di Iv Matteo Renzi che lo aveva definito un “miracolato del renzismo”. Giorgetti, ironizzando, ha detto: “Ogni mattina quando mi alzo, da credente, mi spiace ma non prego il ‘renzismo’. Spero non lo faccia neppure lui”.

“Abbiamo dettagliato tutto. – sottolinea Giorgetti – Gli autovelox sono nelle postazioni che avevamo nel 2010, i limiti di velocità sono gli stessi e sul viale XI Agosto, avevo chiesto di aumentare il limite da 50 km/h a 60km/h ma tecnicamente per norme nazionali non è possibile. Certo, rilevo che chi è stato presidente del Consiglio a suo tempo poteva intervenire”.

“Le sanzioni – prosegue Giorgetti – sono aumentate anche per la presenza di apparecchi tecnologicamente più performanti, ma il 97% dei cittadini rispetta il limite, quindi auspichiamo che il 3% che ad oggi viene multato si possa adeguare”. Le associazioni a cui Renzi fa riferimento, ha tenuto a precisare Giorgetti, “sono parte attiva e collaborano con l’amministrazione nelle scelte sugli interventi di sicurezza stradale, compresa la formazione”.

E scende in campo anche l’assessore di Palazzo Vecchio Titta Meucci, di Italia Viva, a sostegno delle dichiarazioni di Renzi, leader del partito di cui la stessa Meucci è espressione: “Condivido le parole del senatore Matteo Renzi sulla necessità di cambiare rotta sugli autovelox: rispettare le regole è sempre un dovere, ma è necessario porre grande attenzione ai cittadini e fare in modo che non si cada nell’eccesso opposto”.

“Sono parole – ha aggiunto – che arrivano peraltro da chi della sicurezza stradale ha da sempre fatto la propria bandiera con il progetto David e la legge sull’omicidio stradale. Sono sicura che l’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti non utilizzerà le somme incassate dalle multe per spesa corrente ma per investimenti, dedicati a progetti specifici sulla sicurezza stradale condivisi con le associazioni cittadine che da anni si impegnano in questa battaglia”.

Il sindaco di Firenze Dario Nardella, per il momento ha scelto di non commentare, affidando le repliche all’attacco di Renzi al Pd metropolitano e fiorentino.

In serata poi Renzi e Nardella si ritrovano nello stesso luogo, al PalaWanny, a vedere il torneo internazionale Atp 250 di tennis, all’interno del palazzetto, nella stessa fila, ma in postazioni distanti. In fondo Firenze è una piccola città.

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