Ven 22 Nov 2024
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Resti di cadavere di donna nella terza valigia trovata in campo a Firenze

Una terza valigia contenente resti umani è stata scoperta alla periferia di Firenze, in un terreno agricolo sotto la superstrada Firenze-Pisa-Livorno. Lo stesso dove la scorsa settimana erano state rinvenute altre due valigie con resti umani.  L’ultima conterrebbe il tronco di una donna in avanzato stato di decomposizione mentre nelle altre c’erano resti maschili. Nessuna identificazione, si attende l’esito dell’esame del dna. Le ricerche proseguiranno nelle prossime.

Una terza valigia contenente resti umani è stata scoperta alla periferia di Firenze, in un terreno agricolo sotto la superstrada Firenze-Pisa-Livorno che confina con la recinzione perimetrale posteriore del carcere di Sollicciano. Lo stesso campo dove la scorsa settimana erano state rinvenute le prime due valigie con resti umani. Un ritrovamento doppiamente macabro: all’interno il nuovo bagaglio conterrebbe parte di ciò che resta di un’altra persona. In particolare, secondo quanto appreso, si dovrebbe trattare di un tronco umano di donna.

Sono da poco iniziate a Firenze le nuove ricerche dei carabinieri, anche con l’impiego di cani molecolari, nel terreno adiacente il carcere di Sollicciano e la superstrada Firenze-Pisa-Livorno. Oggi le nuove ricerche per cercare i resti mancanti della seconda vittima, svolgere ulteriori approfondimenti e anche appurare se ci siano ancora valigie nella zona.

La scoperta della terza valigia è stata fatta ieri pomeriggio dagli stessi carabinieri del nucleo investigativo di Firenze impegnati in un nuovo sopralluogo per le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Ornella Galeotti e partite il 10 dicembre scorso: risale a giovedì scorso il ritrovamento della prima valigia. In quell’occasione era stato il proprietario del terreno a trovarla in mezzo alla vegetazione, lungo l’argine alla base della sopraelevata della superstrada Fi-Pi-Li, mentre stava facendo pulizie nel campo per evitare nuovi problemi di allagamenti dovuti all’acqua piovana. All’interno custodiva, dentro un’altra valigia, avvolto in una specie di telo, il tronco di un uomo, saponificato.

Il giorno successivo, l’11 dicembre, la scoperta della seconda valigia, fatta dai carabinieri nel corso di un sopralluogo, trovata a circa 70 metri dalla prima: dentro altri resti umani, per la precisione arti inferiori di una persona, e una specie di giubbotto. Comunque appartenenti, insieme al tronco, secondo i primi accertamenti, allo stessa persona.  Morta, in base ai risultati dell’autopsia eseguita sabato scorso, per una ferita mortale alla gola inferta con un coltello. Un dato al momento che è una delle poche certezze di questo macabro giallo. Nulla al momento sull’identità: in attesa di avere qualche aiuto dal dna, l’ipotesi è che possa trattarsi di un uomo tra i 40 e i 60 anni, bianco. Ampio al momento anche l’arco temporale a cui far risalire il decesso: da sei mesi a due anni indietro rispetto al ritrovamento dei resti.
Ieri 14 dicembre,  la scoperta della terza valigia con un secondo corpo, avvenuta, spiegano i carabinieri, “a ridosso della superstrada ove nei giorni scorsi erano state rinvenute” le altre due, a una distanza “di circa 100 metri in
direzione Pisa”. Come le altre due la valigia, piena di fango, si sarebbe trovata lì da tempo. Finita in quel campo, come le altre due, dopo essere stata gettata dalla superstrada che passa sopra, presumibilmente per così dire in sequenza. E ulteriori ricerche saranno effettuate nelle prossime ore alla ricerca di un’eventuale quarta valigia nascosta tra la vegetazione di quel terreno.
Intanto, secondo le prime ipotesi formulate dagli investigatori, le due morti dovrebbero collocarsi in uno stesso contesto delittuoso.

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