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Rider morto, Nardella: “Serve legge per delivery”

Nardella

Foto di repertorio

Filcams-Filt-Nidil Cgil hanno proclamato per il 5 ottobre prossimo uno sciopero di 24 ore dei rider fiorentini in seguito alla morte di un giovane rider, 26 anni, avvenuto ieri in ospedale per le ferite riportate in un incidente stradale verificatosi sabato sera nel capoluogo toscano. Per il sindaco di Firenze Dario Nardella “non possiamo chiudere gli occhi davanti a queste tragedie”.

Per il sindaco di Firenze Dario Nardella “abbiamo già più volte detto che è necessario individuare il rapporto di lavoro nell’ambito di un contratto collettivo nazionale, ma soprattutto chiediamo una nuova disciplina a tutela dei lavoratori che fanno questo tipo di attività, ma anche a regolare in maniera semplice ed efficace il settore del delivery. Come città di Firenze lanceremo ai nostri parlamentari del territorio ed anche del resto del Paese, la proposta di scrivere insieme ai rappresentanti dei riders una norma di questo tipo perché se non la fa il Governo, saremo noi a spingere”.

Per Nardella “non possiamo chiudere gli occhi davanti a queste tragedie. La vita umana vale più di qualsiasi altra cosa. Che ci sia qualcuno che perda tempo e chiuda gli occhi davanti a questi eventi drammatici è inaccettabile”. Sui riders, ha poi aggiunto, “quello che abbiamo chiesto al Governo e al Parlamento uscenti lo chiediamo ai nuovi con grande forza: occorre una legge semplice, ma chiara per disciplinare tutto il settore del delivery che ha molti margini economici a scapito dei clienti che pagano di più, dei ristoratori che pagano percentuali molto alte per avere questo servizio e soprattutto dei lavoratori – ha concluso – che lavorano in condizioni davvero precarie con
pochissimi diritti e zero tutele”.

Il Coordinamento Rider della Cgil Torino (Camera del Lavoro, Nidil e Filt Torino) esprime cordoglio e vicinanza alla famiglia del ragazzo: “Il giorno prima nella nostra città – prosegue il sindacato – sono accaduti tre infortuni, di cui uno particolarmente grave. Il problema non è solo il cottimo nelle consegne che costringe i rider a correre per poter guadagnare qualche euro e non scendere nel ranking reputazionale che permette di avere accesso ai turni “più remunerativi”, ma soprattutto le condizioni di lavoro. Il luogo di lavoro sono infatti le strade delle nostre città con qualsiasi condizione meteo”.

“Nonostante la norma nazionale su salute e sicurezza e alcuni protocolli aziendali – prosegue il sindacato – continua a non esserci tutela soprattutto nei casi di pioggia e intemperie, perché le aziende non accettano di fermare il lavoro per tutelare la sicurezza dei lavoratori. Purtroppo, conosciamo solo
gli infortuni che i lavoratori possono dichiarare perché la maggioranza non vengono denunciati per diversi motivi: per paura di ritorsioni da parte delle aziende, per l’impossibilità di lavorare con la propria identità (caporalato digitale) dovuta alle norme sbagliate sull’immigrazione e perché, nonostante le norme, l’Inail difficilmente riconosce gli infortuni in questo settore”. “Chiediamo inoltre nuovamente – chiude il coordinamento rider – un’attenzione e un intervento da parte di tutte le Istituzioni preposte” ricordando che per informazioni e tutele è presente uno sportello rider al sindacato.

Per Emiliano Fossi, neo deputato del centrosinistra della provincia di Firenze: “La morte di un giovane di 26 anni è sempre una tragedia, ma quella di Sebastian porta con sé anche un fortissimo senso di ingiustizia. I rider hanno pochi diritti, tanti rischi: è ora di intervenire. Da parte mia mi impegnerò in
prima persona per combattere contro il precariato e contro chi non si preoccupa della sicurezza dei lavoratori”.  “Sono d’accordo col sindaco Nardella – aggiunge in una nota -, è necessaria una nuova disciplina a tutela dei lavoratori. Giovani e no, senza tutele, senza garanzie: o facciamo qualcosa adesso per loro oppure perdiamo tutti”.

Arriva anche il commento di Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana: “Siamo arrivati anche a provvedimenti legislativi in Consiglio regionale, ma è evidente che occorre andare ancora oltre: occorre una legge nazionale che ponga i rider fra i lavoratori con tutte le tutele del contratto
nazionale”. “Il fatto che possano essere precarizzati e sottopagati – ha
proseguito il governatore – è un qualcosa che urta la più profonda sensibilità di chi ha responsabilità istituzionali. Per questo quando vennero davanti alla Regione per invocare delle misure, io volli stare con loro, addirittura mi misi con il motorino a circolare con loro per dimostrare vicinanza. Ma soprattutto quello che conta è che poi stringemmo con dei protocolli di intesa le prime forme di tutela per il loro lavoro”.

Per Giovanni Galli e Federico Bussolin, rispettivamente consigliere regionale e comunale della Lega: “Il gravissimo fenomeno delle morti sul lavoro ha fatto, purtroppo, una nuova vittima a Firenze, dove un giovane rider ha perso la vita mentre stava facendo una classica consegna. E’ fondamentale che il tema della sicurezza in ambito lavorativo debba essere affrontato con la massima determinazione ed urgenza, e tale questione non deve richiamare le coscienze di tutti solo nei giorni successivi al drammatico episodio, per poi, colpevolmente, essere completamente dimenticata, aspettando la prossima vittima”.

“E’ compito delle istituzioni, ognuno a seconda delle proprie competenze, attivarsi – sottolineano in una nota – al massimo per fronteggiare questa vera e propria emergenza che è quasi quotidiana. Certo, poi vi sono delle categorie di lavoratori (come, appunto, i rider) che hanno davvero poche tutele e quindi la cosa, se possibile, è ancora più rilevante”. Galli e Bussolin invitano a non spengere “i riflettori troppo velocemente su vicende che dovrebbero essere costantemente attenzionate, puntando, realmente, ad elevare al massimo i livelli di sicurezza personale di chi lavora”.

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