Sul tetto della sede della Fondazione Famiglia di Maria sarà infatti installato un impianto solare da 53 kw e per la prima volta in Italia l’energia prodotta sarà condivisa tra i cittadini che partecipano ad una ‘comunità energetica’.
Le fonti rinnovabili come strumento per una vera e propria a rivoluzione civile nel segno della legalità , della consapevolezza, e della transizione energetica. E’ quello che sta accadendo a San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli, dove, grazie ad un progetto promosso da Legambiente e della Fondazione Famiglia di Maria, con il supporto della Fondazione con il Sud, saranno  40 le famiglie del quartiere che si ‘autoprodurranno’ l’energia necessaria ai consumi.
Sul tetto della sede della Fondazione Famiglia di Maria sarà infatti installato un impianto solare da 53 kw e per la prima volta in Italia l’energia prodotta sarà condivisa tra i cittadini che partecipano ad una ‘comunità energetica’.
le comunità energetiche sono previste dalla  dalla Direttiva 2001/2018 dell’Unione europea, che l’Italia è tenuta a recepire entro il 2021. In pratica si tratta della possibilità di produrre energia e di condividerla tra realtà diverse, mettendola in rete. In attesa dell’adozione definitiva, lo scorso anno, Legambiente e Italia Solare hanno presentato un emendamento all’interno del decreto Milleproroghe, che è stato poi approvato, nel quale si chiedeva di far avviare le sperimentazioni di CE fino a 200 kilowatt. L’esperienza di San Giovanni sta proprio dentro questo spiraglio che si è aperto.In particolare noi siamo sul tetto di una struttura che fa capo ad una comunità educativa, e condividiamo l’energia con 40 famiglie del quartiere.
Ne abbiamo parlato con Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania