Il cadavere di una 30enne, è stato trovato stamani a Livorno presso il capannone di una ex fabbrica dove nei giorni di Ognissanti si è tenuto un rave party che si è concluso ieri sera e a cui hanno partecipato in centinaia da tutta Italia. La donna, Moira Piermarini, era figlia di un poliziotto in pensione e a lungo in servizio presso la questura di Pisa. La giovane aveva vissuto a lungo a Vecchiano (Pisa), prima di trasferirsi a Pisa.
Si chiamava Moira Piermarini la trentenne trovata morta dentro un’auto presso un capannone dismesso di Livorno dove c’è stato per giorni un rave party. La donna aveva vissuto a lungo a Vecchiano (Pisa), prima di trasferirisi a Pisa, dove risulta residente in una casa insieme alla nonna materna e alla madre. L’area in cui è stata ritrovata la salma della donna è stata isolata e sono stati eseguiti i rilievi da parte della polizia scientifica.
Gli investigatori stanno ascoltando i testimoni anche per stabilire se la giovane sia morta nello stesso punto in cui è stato trovato il corpo. Disposta anche l’autopsia per individuare le cause e l’ora del decesso. Secondo quanto spiegato dalla questura di Livorno, il rave party che si è svolto all’interno dei capannoni della ex fabbrica, non era autorizzato. L’evento è andato avanti da venerdì fino a domenica sera alle 22 senza che pervenissero alle autorità richieste o segnalazioni di intervento sulla giovane.
Alla fine le forze dell’ordine hanno identificato oltre 200 persone ma si ritiene che i partecipanti sarebbero stati molti di più.
Il Comune di Livorno aveva denunciato la presenza dell’evento abusivo esprimendo la sua preoccupazione e aveva chiesto al prefetto di riunire il Comitato provinciale per l’Ordine pubblico, convocando anche la proprietà. “Al di là di ogni valutazione dal punto di vista sociale e delle politiche giovanili, si tratta di una questione molto seria dal punto di vista dell’ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini coinvolti”, le parole di Luca Salvetti, sindaco di Livorno.
Durante l’evento era stato anche aggredito un giornalista di Rtv38, Luca Lunedì, mentre si era avvicinato all’ex fabbrica per documentare il rave party.