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🎧 Racket Astor, chiesto rinvio a giudizio per 4 persone tra cui lo zio di Kata

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🎧 Racket Astor, chiesto rinvio a giudizio per 4 persone tra cui lo zio di Kata
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Nell’ambito delle indagini sulla piccola Kataleya, la bimba peruviana scomparsa lo scorso giugno dall’ex hotel Astor in Via Maragliano, sono partite le prime richieste di rinvio a giudizio per quattro persone, tra cui lo zio della piccola. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti quella che il rapimento sia collegato al giro di racket dentro l’albergo occupato e a una possibile violenza sessuale.

L’ex Astor di Via Maragliano, nuova piazza anno zero della legalità. E’ a questo luogo svuotato della sua funzione originale di accoglienza, ai taglieggiamenti e alle violenze perpetrate al suo interno, che la procura di Firenze ricondurrebbe l’origine del rapimento della piccola Kataleya scomparsa a giugno scorso, volatilizzatasi in mezzo a decine di occupanti abusivi senza lasciare tracce. L’ombra del racket, ancora tutta da dimostrare, sarebbe infatti alla base della richiesta di rinvio a giudizio da parte dei pm Christine Von Borries e Giuseppe Ledda, di Abel Argenis Alvarez Vasquez, 30 anni, lo zio materno della piccola peruviana, oltre che di altre tre persone, tra cui Carlos Martin de La Colina, denominato il “boss”. Secondo gli inquirenti, come riportano oggi i quotidiani locali, lo zio di Kata, che è anche la persona a cui la bambina era affidata il giorno del suo rapimento, sarebbe stato il braccio destro di de La Colina, l’uomo che decideva chi poteva restare a dormire e chi doveva andare via dalle stanze. Il pizzo per rimanere era in media di 700 euro, pena ritorsioni che costringevano le famiglie a barricarsi dietro le porte per sfuggire alla furia del clan. Agli indagati vengono quindi contestati vari reati, dall’estorsione alla rapina, fino al tentato omicidio e lesioni gravi, come quello avvenuto nell’edificio occupato alla fine di maggio del 2023 quando un uomo originario dell’Ecuador fu costretto a gettarsi da una finestra dell’Astor per sfuggire ad un raid di uomini armati di mazze e bastoni di ferro, facendo un volo di sette metri e ferendosi gravemente. E’ in questo contesto criminale che andrebbe ricompreso un ulteriore fatto, possibile nesso con la scomparsa della bambina. Si tratterebbe di un abuso sessuale subito da una giovane occupante da una persona vicina a Kata, e da cui sarebbe scaturita la vendetta. Una maglia di ipotesi su cui si inizierà a fare luce con l’udienza preliminare il prossimo 21 maggio dinanzi al giudice Fabio Gugliotta. Intanto, la madre di Kata, attraverso il suo legale, l’avvocato Antonio Petroncini, ha chiesto di poter svolgere un nuovo sopralluogo nell’ex Astor, che nel frattempo è stato dissequestrato.