Riparte il Treno della memoria toscano, con cinquecento ragazzi degli ultimi due anni delle scuole superiori a bordo, sessanta universitari e rappresentanti delle comunitĂ ebraiche e delle associazioni dei deportati, ovvero Aned, Anpi, Anei, rappresentanti di Rom e Sinti e delle associazioni omosessuali, che insieme ai testimoni sopravvissuti visiteranno i campi di sterminio nazisti di Auschwitz e Birkenau in Polonia. La Toscana ne è stata pioniera ed è l’undicesima volta dal 2002.
Il viaggio, che vuole essere un antidoto a razzismi ed estremismi di ieri e di oggi, a cento anni dalla nascita di Primo Levi, si svolgerĂ quest’anno dal 20 al 24 gennaio, preparato come sempre in modo attento, da un punto di vista scientifico ed emotivo, preceduto e seguito da un gran lavoro di approfondimento in classe che inizia fin dall’estate con la preparazione degli insegnanti.
A presentare l’iniziativa oggi in regione la vicepresidente della Toscana Monica Barni. Con lei Ugo Caffaz, che è un po’ l’anima da sempre del Treno della Memoria toscano, e Camilla Brunelli del Museo della Deportazione di Figline a Prato, a cui è affidata l’organizzazione.
Il treno della memoria fino al 2005 veniva organizzato ogni anno, poi la sua frequenza è diventata biennale intervallata negli anni pari da un meeting con più di ottomila studenti, sempre sulla memoria e con la voce dei sopravvissuti, al Mandela Forum di Firenze.
L’intervista di Chiara Brilli a Ugo Caffaz