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Carcere: dopo trattativa, protesta sta rientrando a Prato. No disordini a Sollicciano

Carcere Prato

Sarebbe terminata la protesta che era scoppiata in 4 sezioni del carcere di Prato. Domati anche gli incendi divampati in alcune celle. Dopo una trattativa tra dirigenti della polizia penitenziaria, della polizia di Stato e detenuti, la situazione sarebbe tornata sotto il controllo delle autorità. Nel corso della protesta non ci sarebbero stati feriti. Resta comunque alta l’attenzione intorno al penitenziario con decine di poliziotti e carabinieri schierati nelle vie esterne alla struttura e un elicottero delle forze dell’ordine che sorvola la zona.

I disordini nel carcere di Prato, dove sta proseguendo la trattativa tra polizia penitenziaria e
detenuti, hanno riguardato quattro sezioni dove ci sono circa 370 reclusi, una parte di quelli ospitati nell’intera struttura.
Le sezioni si trovano al secondo e al terzo piano. Secondo quanto si apprende i responsabili della rivolta hanno dato vita a principi di incendio, poi spenti, che hanno provocato il danneggiamento delle videocamere di sorveglianza e l’interruzione della corrente elettrica in due sezioni

Tra le urla che si sono sentite all’esterno quelle di “indulto” e “libertà”. La protesta era cominciata in mattinata, in una sezione. Quando la rivolta sembrava essere stata circoscritta, invece si è estesa ad altre zone del carcere, arrivando a coinvolgere almeno due sezioni. Nel carcere di Prato ci sono circa 600 detenuti.

carcere PratoDa questa mattina sono una trentina le carceri dove si sono svolte proteste da parte dei detenuti, alcuni dei quali chiedono l’amnistia a causa dell’emergenza Coronavirus. Gravi disordini si registrano nei carceri di San Vittore a Milano e di Rebibbia a Roma, dove alcuni reclusi avrebbero assaltato le infermerie. Tentativi di evasione sono stati bloccati nel carcere di Foggia e in quello palermitano dell’Ucciardone. Sei i detenuti morti, a causa di overdose dopo avere sottratto farmaci alle infermerie: tre a Modena ed altri tre a Parma, Alessandria e Verona.

Nel primo pomeriggio sarebbe iniziata una trattativa con dirigenti della polizia penitenziaria e della polizia di Stato della Dogaia, e dei reclusi. Secondo quanto appreso, gli incendi e i principi di roghi nelle celle sono stati domati, e non risultano al momento, feriti. Secondo quanto appreso, la situazione starebbe tornando sotto il controllo delle autorità.

Intanto, dall’esterno si è sentito più volte un forte rumore di tazze, contenitori ed altri oggetti battuti sulle sbarre delle celle. Su un lato del carcere è possibile notare sulle pareti esterne i segni del fumo e della fuliggine causati dagli incendi. Oltre allo schieramento di decine di poliziotti e carabinieri nelle vie esterne alla struttura, un elicottero delle forze dell’ordine sorvola più volte il penitenziario a bassa quota.

La diretta di Lorenzo Braccini

Situazione sotto controllo nel carcere fiorentino di Sollicciano, dove non ci sono stati disordini come invece è accaduto in altri penitenziari italiani. “La situazione è tranquilla”, fa sapere il direttore del carcere, Fabio Prestopino, che questa mattina ha incontrato alcuni detenuti. “Una rappresentanza di detenuti è stata informata dei provvedimenti – afferma il direttore – e si è discusso di come compensare le limitazioni che ne derivano”.

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