Nel ricorso di Logli si ipotizzava la violazione del diritto di difesa ritenendo che non fossero state presi in considerazione gli elementi a discolpa riguardanti alcuni presunti avvistamenti della donna dopo la sua scomparsa.
La Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo ha respinto il ricorso presentato da Antonio Logli contro la condanna definitiva a vent’anni di carcere con l’accusa di avere ucciso, e poi fatto sparire il cadavere, la moglie Roberta Ragusa. Nel ricorso si ipotizzava la violazione del diritto di difesa ritenendo che non fossero state presi in considerazione gli elementi a discolpa riguardanti alcuni presunti avvistamenti della donna dopo la sua scomparsa. La notizia è stata pubblicata dal quotidiano Il Tirreno.
“In qualità di consulente di Antonio Logli, insieme al legale avvocato Laura Razetto – scrive la criminologa Anna Vagli in una nota – siamo molto rammaricati di apprendere dalla stampa questa notizia. Tuttavia all’epoca dei fatti, prospettai al mio assistito tale possibile sviluppo. Erano infatti sorti dubbi circa il rispetto dei termini e dei requisiti formali e sostanziali richiesti per la ricevibilità del ricorso depositato dal precedente legale. Così Logli decise, in accordo con la sua famiglia, di revocare l’incarico a quest’ultimo. Adesso con l’avvocato Razetto chiederemo che ci venga inviata tutta la documentazione e la sentenza della Corte. Verificheremo così se il ricorso è stato dichiarato inammissibile per mancato rispetto dei crismi anzidetti senza entrare nel merito”.