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Roma città chiusa, per la Casa delle Donne

Passa la mozione del M5S che prevede la chiusura della Casa Internazionale delle donne di Roma. All'”Adeguamento alle moderne esigenze dell’amministrazione” le attiviste rispondono con un nuovo sit in.

L’Assemblea Capitolina ha approvato nei giorni scorsi, con 27 voti favorevoli e 2 contrari, tra il caos delle proteste delle manifestanti e le richieste di rinvio da parte dei consiglieri di opposizione, la mozione  a prima firma della consigliera Gemma Guerrini. Dopo l’approvazione della mozione, il presidente dell’Aula Marcello De Vito è stato costretto a sospendere i lavori.

Si permette di liquidare il Progetto della Casa Internazionale delle Donne come fallito solo perché non riusciamo a pagare integralmente il canone onerosissimo di affitto. Abbiamo già risposto, contestando le affermazioni inesatte e pretestuose della relazione Guerrini, e abbiamo più volte sollecitato la riapertura del Tavolo di trattativa con la Giunta che è stato inspiegabilmente sospeso da quattro mesi. L’attacco ai luoghi delle donne da parte di questa amministrazione è intollerabile e pericoloso. Viene negata l’importanza della presenza politica e culturale del femminismo e delle donne così come vengono chiusi gli altri spazi di attività sociale“, si legge in una nota che invitava alla mobilitazione.

“Giù le mani dalla Casa”, “La Casa non si tocca” e “vergogna”. Dura protesta in Assemblea capitolina delle attiviste della Casa internazionale delle donne, che al momento della presa di parola della consigliera M5S, Gemma Guerrini per illustrare la mozione a sua firma sul futuro della struttura, sono esplose in grida di contestazione nei confronti della maggioranza, indossando magliette ed esponendo cartelli.

Una vicenda quella della Casa internazionale delle donne che va avanti da mesi. L’avviso di sfratto e versamento di 800mila euro arriva a seguito del  debito sul pagamento del canone d’affitto che ha origine dal contesto innescato dalla  delibera 140 (ex giunta Marino). Il provvedimento negli intenti mirava al riordino del patrimonio pubblico in concessione, ma ha messo di fatto in ginocchio decine di realtà sociali e onlus alle quali gli spazi erano stati accordati in passato a canone ribassato. Tra questi anche il palazzo di via della Lungara.

“Basta all’inerzia, alla negligenza e all’incuria perché il debito più grande verso la città è stato maturato da chi in questi decenni la città l’ha governata. Non c’è mai stato controllo politico e questo è il risultato. Oggi la politica può riappropriarsi delle sue responsabilità”. Lo ha detto la consigliera del M5S, Gemma Guerrini, illustrando  la mozione a sua firma. “Chiediamo in base a delibere e ordinanze sindacali mai abolite di riallineare e promuovere il progetto alle moderne esigenze dell’amministrazione e della cittadinanza e a valutare la creazione all’interno del complesso del Buon Pastore di un centro di coordinamento gestito da Roma Capitale, dei servizi per il sociale e le pari opportunità diffusi, e a prevedere il coinvolgimento delle realtà associative mediante appositi bandi”, ha concluso Guerrini.

Oggi, lunedì 21 maggio  sit in alle 18 davanti all’assessorato alla Roma Semplice in via del Tempio di Giove. 

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