Il 5° album del progetto del chitarrista dei Wooden Shijps, Ripley Johnson, è un ritorno al punto di partenza, alla meraviglia del country rock cosmico, solare e venato di psichedelia
Già noto per la sua leadership dei californiani Wooden Shjips e Moon Duo, l’instancabile Ripley Johnson esplora il country rock così come era letto negli anni della conquista dello spazio a cavallo fra ’60 e ’70, il cosiddetto country “cosmico”. La musica della Rose City Band presenta dunque un country rock senza tempo, solare, il cui slancio apparentemente senza sforzo porta con sé una creazione estatica che non ignora le oscurità celate nella nostra coscienza.
La musica della Rose City Band affonda le sue radici nell’amore per i dischi delle cosiddette “private press” della metà e della fine degli anni Settanta, piccole etichette discografiche indipendenti che pubblicavano musica al di fuori dei circuiti mainstream, un’importante espressione della controcultura di quel periodo.
Nella band, accanto a Erik “Ripley” Johnson troviamo Barry Walker alla pedal steel, Paul Hasenberg alle tastiere e John Jeffrey alla batteria, con la partecipazione di Sanae Yamada (compagna di Johnson e già al suo fianco nei Moon Duo) ai cori.
Le dieci tracce dell’album offrono un viaggio sonoro attraverso una iunga highway che porta dall’alba al tramonto, con un costante dialogo tra chitarra elettrica e pedal steel guitar ed un inevitabile rimando alle texture sonore dei Greateful Dead. Il titolo “Sol Y Sombra” riflette i riccorrenti dualismi della vita, gioia e apatia, partenza e ritorno, giorno e notte, ottimismo e malinconia, un invito a contemplare la complementarietà degli opposti.
“Sol y Sombra”, della Rose City Band è il nostro Disco della Settimana.