Lo ha affermato il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, intervenendo oggi al Forum nazionale dei giovani. Rossi, riporta una nota, ha aggiunto che “a questo processo dobbiamo opporci. E la Regione Toscana, su questo punto, è impegnata, nella consapevolezza che la partita è in mano soprattutto al Governo nazionale”.
“La cosiddetta Buona scuola non ha risposto a una domanda fondamentale. Non è stata in grado di rispondere, in questi anni, a cosa deve servire davvero la scuola, cioè a formare, a fornire ai giovani quella cultura di base che deve permettere loro di avere strumenti di analisi e una capacità critica” e “anche l’università, oggi, presenta preoccupanti segni di crisi nella sua missione di formazione e di costruzione di una nuova generazione di donne e di uomini consapevoli e dotati di adeguata cultura.
In Italia, ormai, siamo tornati a una università di classe”. Lo ha affermato il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, intervenendo oggi al Forum nazionale dei giovani. Rossi, riporta una nota, ha aggiunto che “a questo processo dobbiamo opporci. E la Regione Toscana, su questo punto, è impegnata, nella consapevolezza che la partita è in mano soprattutto al Governo nazionale”.
Il Forum raduna oltre 70 organizzazioni di giovani e di studenti in rappresentanza di circa 4 milioni di ragazzi di ogni parte d’Italia.
Dopo l’introduzione della presidente nazionale del Forum, Maria Cristina Pisani, che ha
ricordato come la Toscana sia una delle poche amministrazioni regionali ad aver previsto specifiche politiche a favore delle fasce giovanili e della formazione finalizzata all’inserimento nel mondo del lavoro, il presidente Rossi ha ricordato il programma Giovanisì destinato a “favorire l’incontro tra domanda ed offerta” e ha posto l’attenzione sui temi della scuola, della formazione e dell’università, chiedendo “un grande dibattito
sulla scuola e sul suo mondo nonché su quello universitario” e sulla “necessità di superare il numero chiuso negli atenei, magari lasciandolo solo per alcuni percorsi di studio
particolari, ma non certo ponendolo alla base del sistema universitario, come purtroppo è oggi”.
Il presidente Rossi, riporta lo stesso comunicato stampa, ha inoltre ricordato che “se in Toscana le borse di studio coprono il 13 per centro delle richieste, contro il 9 per cento della
media nazionale, è perché la Regione mette in campo delle risorse proprie” e ha sottolineato che “oggi in Europa siamo penultimi per numero di laureati, davanti solo alla Romania, a dimostrazione di una formazione universitaria ormai svalutata ed
elitaria”. “Si vive in una società poco capace di guardare ai giovani e al futuro”, ha concluso Rossi, “una società che non è in grado di valorizzare la propria cultura, la propria
formazione e la propria università, è espressione di un Paese che vive in retroguardia. E’ una situazione complessiva, quella italiana, ormai insostenibile e che grida vendetta”.