Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi è stato riconfermato vicepresidente della Conferenza delle Regioni periferiche e marittime (CRPM) nel corso della 46esima Assemblea generale in corso di svolgimento a Madeira (Portogallo). A Rossi è stata affidata la delega alle politiche di coesione
E proprio all’importanza della coesione ha dedicato gran parte del suo intervento in aula. “Anche se le poste perdenti del prossimo Quadro finanziario pluriennale – ha affermato Enrico Rossi – sono la Coesione e l’Agricoltura in quanto ritenute “vecchie politiche” a scapito di nuove tematiche, come il Digitale, la Sicurezza e l’Immigrazione, le cui risorse invece saranno più che raddoppiate, questa per noi resta un’interpretazione sbagliata perché la Coesione è la politica più adatta per tradurre tutto ciò sui territori.”
Il presidente della Toscana ha parlato di tagli importanti, visto che corrisponderanno quasi al 10 per cento, senza contare i picchi di più del 20 per cento per alcuni fondi come quello sullo sviluppo Rurale (FEASR). O senza calcolare altre conseguenze come la soppressione del Programma Marittimo Italia-Francia, cruciale per la cooperazione tra le regioni confinanti, che ha giudicato gravissima.
“Certo – ha aggiunto Rossi – le previsioni iniziali erano ben più drastiche e per questo mi complimento sinceramente per l’importantissimo lavoro del Commissario Corina Cretu e della DG Regionale, che ha difeso con determinazione la causa regionale in seno al Collegio dei Commissari”.
Rossi ha precisato che la Proposta della Commissione del 2 maggio scorso, sul Quadro Finanziario Pluriennale, che – nonostante la Brexit – chiede agli Stati Membri di innalzare il bilancio dell’Ue per il periodo 2020-2027, va sostenuta.
Per Rossi “chi ha chiesto i tagli ha sottovalutato il peso che la politica di coesione ha sui territori. Non c’è una politica europea con un potenziale di comunicazione così grande. I suoi risultati sono sotto gli occhi di tutti gli europei e se ben raccontati sono difficili da demolire. Del resto, ce l’hanno ricordato sia il Consiglio che il Parlamento insistendo sull’importanza di “rendere la politica di coesione più efficace, più utile e più visibile ai cittadini”.
“Non c’è più tempo. – ha ammonito poi il vicepresidente della CRPM – L’euroscetticismo crescente, i movimenti populisti al governo in molti Paesi ci impongono di comunicare meglio e di più e la Coesione offre delle risorse straordinarie. Se penso alla mia Regione – che è classificata come Regione Competitività – non credo ci sia un luogo, un Comune, un territorio dove non siano mai arrivati fondi europei”.
Ha quindi spiegato che la Coesione rappresenta solo lo 0,2% del PIL toscano, ma è essenziale per orientare la sua politica economica e sociale, per indirizzare tutte le strategie di programmazione e convogliare investimenti aggiuntivi a forte impatto territoriale.
Il suo peso è di un miliardo e mezzo di euro per sette anni, a cui si aggiungono quote nazionali e regionali per un piano finanziario totale di 2,7 miliardi di euro. Si tratta di un ammontare in grado di movimentare grandi investimenti pubblici: aiuti alle imprese, lotta alla disoccupazione giovanile, target da raggiungere legati all’ambiente e ai cambiamenti climatici e tante altre politiche per il territorio.
Ed ecco quindi, a sostegno delle sue convinzioni, l’annuncio che “in vista delle elezioni europee dell’anno prossimo, ho deciso di visitare personalmente i 100 migliori progetti finanziati dall’Europa in Toscana.
Con questa iniziativa conto di attirare l’attenzione mediatica sull’Europa della solidarietà, della ricerca, dell’ambiente, delle imprese.
Un’Europa che non ha paura, non si chiude in se stessa e che corrisponde a molto di più di un semplice mercato”.