Le RSA toscane: “Costi non più sostenibili” e annunciano l’aumento delle rette per il ricovero già da febbraio 2025. Ma la Regione Toscana – che sta lavorando alla programmazione con Asl e Società della Salute, e al potenziamento del turnover per garantire, anche solo in via temporanea, un po’ di sollievo ai parenti – non ci sta. “Non siamo più in grado di aiutare”, dice il governatore Giani, sostenuto dai sindacati. Solo a Firenze tocca attendere in media 4-5 mesi per un posto.
Gli anziani e i loro famigliari tra incudine, la Regione Toscana, e il martello, le RSA del territorio. Una querelle, quella legata al rischio reale di impennata delle rette fino a 300 Euro al mese, alla quale prendono parte anche i sindacati sostenendo la posizione dell’istituzione che, attraverso il suo presidente Eugenio Giani, dice: “Abbiamo già dato tanto, 330 milioni del bilancio sono per loro, non so cosa si possa chiedere di più”.
L’aumento, stando ai gestori delle Residenze sanitarie, vedrebbe le sue ragioni in una coperta corta che non riesce più a soddisfare la mole di richieste e che con il blocco della quota sanitaria, e cioè la quota necessaria per le cure e l’acquisto di ausili e materiali di medicazioni semplici, rischia di lasciare a piedi migliaia di famiglie.
Il mancato scorrimento delle liste ha infatti più che raddoppiato il numero di anziani in lista d’attesa, che sono circa 1500. Un dato che traduce il progressivo aumento di una popolazione over 65, tra cui molti con patologie croniche importanti che ne riducono l’autonomia individuale.
“La risposta dei servizi sociali – dicono i parenti – non è sufficiente, serve allargare la platea dei destinarati e le ore della presa in carico, oltre a corsi gratuiti di formazione per le badanti e l’estensione del contributo badanti in tutta la Regione. Infine un fondo regionale per ristrutturare gli appartamenti e renderli fruibili alle persone inabili”. Il braccio di ferro è solo all’inizio.