Mercoledì mattina è in programma il tavolo per la procedura di raffreddamento in Prefettura, tra RSU e Comune: nel caso non si trovi una conciliazione si ricorrerà allo sciopero che può scattare 12 giorni dopo la convocazione in Prefettura
“Carichi di lavoro sempre più pesanti per il personale dei servizi asili nido e scuola dell’infanzia, e carichi eccessivi nei servizi territoriali, poche relazioni con i sindacati, carenza di personale, incertezze sul ritorno in presenza col rischio che aumentino i contagi. Sono alcune delle critiche mosse dalla Rsu del Comune di Firenze nel corso di una conferenza stampa in cui è stato annunciato lo stato di agitazione su tutto il personale.
Mercoledì mattina è in programma il tavolo per la procedura di raffreddamento in Prefettura, presente il Comune: nel caso non si trovi una conciliazione si ricorrerà allo sciopero che può scattare 12 giorni dopo la convocazione in Prefettura.
“Attualmente – ha spiegato il coordinatore Rsu Roberto Bologni – il numero di dipendenti è di 3.190. Ma, visti i servizi su cui abbiamo responsabilità, non è certo un numero enorme. Nel 2021, su 300 assunzioni previste dal piano occupazionale, ce ne sono state soltanto una sessantina, poi è vero che ci sono dei concorsi attivi per aumentare il personale, ma noi dobbiamo pensare al presente e il presente è questo: non siamo in grado di garantire i servizi per i cittadini”.
Come è stato spiegato ci sono poi problemi anche nel settore dell’anagrafe: “Di fatto – hanno detto i componenti della Rsu – si sta privando del diritto di cittadinanza migliaia di persone”. “Siamo scandalizzati dal fatto che continuiamo a essere definiti come fannulloni – ha dichiarato Miriam Amato, ex consigliere comunale a Palazzo Vecchio -. Noi abbiamo sempre portato avanti i servizi del Comune, non c’è stato un calo ma siamo stanchi. Quando una squadra non funziona cambi l’allenatore: qui manca la pianificazione e l’organizzazione. L’inefficienza è apicale, non è alla base. Le nuove assunzioni sono gocce nell’oceano, i pensionamenti sono molto di più: il dipendente pubblico deve avere la stima che si merita”.