Dopo tre anni e un paziente lavoro di restauro sostenuto dalla Fondazione Friends of Florence, torna al suo splendore la sala delle Carte Geografiche a Palazzo Vecchio, dove si trova il famoso grande globo terrestre che, si è scoperto, fu interamente rifatto dall’ultimo cosmografo della corte medicea Matteo Neroni tra il 1605 e il 1613. Della prima versione del mappamondo di Egnazio Danti, della seconda metà del Cinquecento, non resta più niente, se non la struttura esterna di sostegno in metallo.
Carte geografiche restaurate, mappamondo risanato e reso di nuovo leggibile con tecniche moderne, un sito web per visitare la sala in 3d: dopo tre anni di lavori è stata inaugurata la Sala della Guardaroba del museo di Palazzo Vecchio, comunemente nota come sala delle carte geografiche. È stato possibile realizzare l’intervento grazie a una donazione della Fondazione di Friends of Florence. I lavori hanno permesso il restauro del globo terrestre al centro della sala e delle 53 carte geografiche di tutto il mondo conosciuto nella seconda metà del XVI secolo, dipinte a olio su tavola negli sportelli degli armadi, su disegno di Egnazio Danti e Stefano Bonsignori (1563-1586). E inoltre, il consolidamento strutturale del pavimento, la realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione della sala basato sul sistema domotico che utilizza i Led, la manutenzione completa dei 13 armadi monumentali in legno di noce con motivi decorativi a intaglio.
“Il programma di restauro e studio per la sala guardaroba di Palazzo Vecchio è stato un impegno affascinante che ha riunito arte, storia e geografia in un unico progetto”, ha sottolineato Simonetta Brandolini d’Adda, presidente di Friends of Florence. Durante i lavori è stato provato che il globo fu interamente rifatto dall’ultimo cosmografo della corte medicea, Matteo Neroni, tra il 1605 e il 1613 e che della prima versione del mappamondo di Egnazio Danti (1564-1569), non resta in pratica più niente se non la struttura esterna di sostegno in metallo e, forse, gli elementi principali dell’armatura interna in ferro, realizzate entrambe all’epoca, dall’architetto e ingegnere Antonio Lupicini.
“Ritorna al suo antico splendore la sala delle Carte Geografiche, un tassello prezioso del percorso museale di Palazzo Vecchio – afferma la sindaca Sara Funaro -. Un luogo dalla grande storia che è stato oggetto di lavori complessi e accurati grazie all’impegno del Servizio Belle Arti e Fabbrica di Palazzo Vecchio. Recupera la sua originaria bellezza anche lo straordinario mappamondo posto al centro, tra i più antichi al mondo. E adesso attraverso l’innovazione tecnologica messa a disposizione dal museo Galileo sarà possibile letteralmente immergersi in questo ambiente unico. Un grande grazie va a Friends of Florence, ancora una volta a fianco della nostra città ”.
“Un restauro complesso che ha unito le varie istituzioni coinvolte, corredato di apparati divulgativi filmati e in 3d e da una pubblicazione dedicata, si offre un eccellente esempio di partecipazione tra pubblico e privato, con Friends of Florence parte attiva del finanziamento”, ha spiegato la soprintendente Antonella Ranaldi. “Le carte Geografiche di Danti e Buonsignori, in deposito esterno a Palazzo Vecchio dalle Gallerie degli Uffizi – ha detto Simona Pasquinucci, responsabile della Divisione Curatoriale delle Gallerie degli Uffizi – sono tornate luminose e brillanti grazie al restauro finanziato dai Friends of Florence, che ringraziamo”.
Il sito web sarà progettato dal museo Galileo col supporto di Friends of Florence. “Il lavoro svolto dal Museo – sottolinea Filippo Camerota, direttore scientifico del Museo Galileo – permetterà a chiunque di muoversi della Sala della Guardaroba del museo di Palazzo Vecchio, comunemente nota come Sala delle Carte geografiche, in un percorso di ‘esplorazione’ virtuale così da consultare nel dettaglio i contenuti, leggere i testi e approfondire le informazioni”. “E’ una parte del nostro museo fra le più amate che adesso, dopo il restauro, è ancora più bella”, ha evidenziato l’assessore alla cultura Giovanni Bettarini.