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Salvini a Firenze: oggi la presentazione di Ubaldo Bocci

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Dopo aver ignorato o quasi la sfida per Palazzo Vecchio per 4 mesi, il “Capitano” Matteo Salvini tre giorni fa ad Arcore con Berlusconi e Meloni ha trovato l’accordo sul candidato a Firenze, il 62enne manager Ubaldo Bocci e ora sembra intenzionato a mettere le tende a Firenze per la campagna elettorale, in vista del voto del 26 maggio.

Matteo Salvini, oggi, ha trovato l’incastro in agenda per venire lui stesso a presentare Bocci – manager della società di investimenti Azimut, con un passato nel Msi, ex presidente nazionale dell’Unitalsi che si occupa di disabili e amicissimo del tenore Andrea Bocelli – . Anche la scelta del luogo dove avverrà la presentazione non è lasciata al caso: l’isolotto. Uno dei quartieri rossi della città.  “Firenze è in salita ma ogni visita di Salvini qui vale due o tre punti percentuali. Se puntiamo su periferie, tramvia e degrado possiamo prenderci Firenze come abbiamo fatto con Pisa, Siena, Massa e Pistoia” si galvanizzano i leghisti di Toscana, guidati da Susanna Ceccardi, sindaca di Cascina nel pisano, e pupilla di Salvini. E a 50 giorni dal voto l’assalto della destra all’ultimo fortino del centrosinistra può scattare.

“A Firenze non vedo tutta questa forza della Lega. E vedremo quante volte verrà Salvini”, se la rideva non a caso il candidato del Pd Dario Nardella nei giorni scorsi, quasi col senso della provocazione. Detto fatto. Nemmeno Berlusconi ci è mai riuscito. Negli anni ruggenti di Forza Italia l’ex Cavaliere teorizzava la necessità di “detoscanizzare l’Italia” ma non riuscì a prendersi che i capoluoghi storicamente bianchi come Lucca e Arezzo, il miglior risultato a Firenze lo fece 10 anni fa l’ex portiere del Milan e della Nazionale Giovanni Galli, che almeno costrinse Renzi al ballottaggio.

“Salvini vuole vincere a Firenze per vendicarsi dello smacco delle Europee 2014 subito da Renzi”, raccontano i leghisti toscani. Proprio ieri il vicepremier ha postato su Facebook una foto con lo sfondo delle colline su cui si affaccia la villa di Verdini mentre giocava nell’erba con una coccinella. E sempre ieri a Firenze Salvini e Conte si sono incontrati in una dimora storica a pochi passi dalla casa dei Verdini. La città in cui è stato sindaco Renzi sembra interessargli parecchio.

“Non è un piccolo Salvini essendosi dedicato tutta la vita agli ultimi. Non potranno accusarlo di essere un fascista né un pericoloso estremista. E in più amministra i soldi della Firenze bene e Salvini verrà a fare campagna in periferia. Bocci ce la può fare” ritengono gli strateghi della sua candidatura. Va detto che c’è un pezzo della destra dura e pura fiorentina, come il senatore di Fratelli d’Italia Achille Totaro, che non ci crede e ritira fuori le vecchie foto di Bocci con Renzi: “Ubaldo non è un sovranista, la sua associazione si occupa pure di migranti. È una corsa a perdere”. Ma i fan del manager, che farà due sue liste civiche, non se ne curano. Anche perchè sanno che i 5 Stelle, che qui rispondono ai comandi del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, al secondo turno non avranno difficoltà ad una convergenza.

“In due mesi si conoscono persone, progetti e programmi”. Così il leader della Lega ha risposto alle critiche di chi lamenta una ‘scelta’ arrivata tardi, ricordando che lo stesso è avvenuto in altre città “dove c’erano molti candidati di livello: prima non era facile candidarsi per il centrodestra. Credo che sia la prima volta che il centrodestra dà un’alternativa concreta ai fiorentini, c’è una possibilità di cambiamento”, ha aggiunto dai microfoni di Lady Radio.

“Per questo anche l’attuale sindaco Dario Nardella è “un po’ preoccupato, anche perchè il 26 maggio scelgono i fiorentini. In democrazia è bello così. Se lui fosse tranquillo e avesse fatto un sacco di belle cose forse non starebbe a preoccuparsi di Salvini, della Lega, di Bocci”, ha proseguito il leader della Lega. “Non solo a Firenze ma anche a Prato, a Livorno, li vedo un po’ nervosetti”, ha aggiunto.

“Dall’Isolotto perchè io preferisco sempre partire dalle periferie. Qualcuno preferisce farlo dal centro storico dove tutto funzione ed è bello, a Firenze è tanta roba. Ma non c’è solo il centro. Io chiedo ai miei responsabili locali di andare sempre in quelle realtà che non sono da cartolina”, ha concluso Salvini.

Nardella finora ha praticamente giocato da solo. Ha tentato di riunire la sinistra intorno a sé ma invano: oltre a lui nello schieramento progressista corrono in 4 e tra loro Antonella Bundu, l’ex compagna di Piero Pelù sostenuta dal critico d’arte Tomaso Montanari e pure l’ex assessore sceriffo dei Ds Graziano Cioni, che ha presentato una sua lista. “Dario ha cambiato questa città e la sta portando nel futuro”, rivendicano spesso i fan di Nardella. Il quale ha ricevuto già garanzia di supporto dal segretario Pd Nicola Zingaretti e dal governatore ex Leu Enrico Rossi. E dalla sua avrà soprattutto i numeri: in 4 anni può rivendicare il record di aver completato altre due linee di tramvia e di aver strappato i permessi per il nuovo aeroporto e ora sogna di replicare a Firenze una sorta di “area B” per i veicoli inquinanti che lui chiama “scudo verde”. Per acchiappare il voto dei grillini delusi e spaccati, ancora senza candidato, propone comitati di controllo composti da cittadini sui servizi pubblici e instant poll sulle decisioni amministrative. Ma probabilmente è su altro che si giocherà la partita fiorentina. “Bocci ci porta al ballottaggio. Il vento di Salvini ci porterà a Palazzo Vecchio. E nel 2020 in Regione” sognano i leghisti. L’altro Matteo qui sogna la revanche all’ombra di Brunelleschi.

Il servizio di Lorenzo Braccini. 

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