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Sami Blood, il film vincitore del premio del Parlamento europeo

Il film è la storia di una ragazza lappone esposta alla discriminazione coloniale degli anni 30. Venerdì 10 novembre alle ore 19 presso la Fondazione Stensen, e in contemporanea in altri 28 Paesi europei, verrà proiettato a ingresso libero ‘Sami Blood’ di Amanda Kernell , finalista del Lux Film Prize, premio conferito dal Parlamento europeo.

Il film è la storia di Elle Marja, una ragazzina Sámi (lappone) che vive in una comunità di allevatori di renne. Esposta alla discriminazione coloniale degli anni Trenta e alla certificazione della razza per frequentare la scuola, inizia a sognare una vita diversa.Per realizzare questo desiderio, però, deve allontanarsi dalla sua famiglia e dalla cultura della sua gente e diventare un’altra.

Siamo nella terra dei Sami, meglio conosciuti come lapponi, all’estremo nord della Svezia. Una vecchia signora di nome Christina (Maj Doris Rimpi) fa ritorno nella sua terra d’origine per il funerale di sua sorella. Niente commozione però, i convenevoli sono frettolosi, Christina è inquieta, vuole andarsene il prima possibile, tornare a casa. Ma una volta la sua casa era proprio lì, su quegli altipiani, con la sua famiglia, ad allevare renne e a cantare lo yoik, il canto tradizionale lappone. A raccontarcelo è un lungo flashback che ci catapulta negli anni ’30, quando Christina aveva 14 anni e si chiamava Elle Marja (con il volto della giovanissima Lene Cecilia Sparrok). Elle Marja e sua sorella Njenna (Mia Erika Sparrok, sorella vera di Lene) vengono mandate a studiare in un convitto per soli lapponi, dove si insegna la lingua e la cultura svedese. Mentre Njenna si integra a fatica, Elle Marja diventa la prima della classe: il suo sogno è diventare una svedese, trasferirsi in città, ad Uppsala, e insegnare. Il cammino della giovane donna, però, sarà pieno di ostacoli: il razzismo degli svedesi, l’ostracismo della sua insegnante  che pur riconoscendone la bravura, nega a Elle Marja il suo aiuto per proseguire gli studi (perché i lapponi hanno il cervello più piccolo, dice), e non ultimo la resistenza della sua fiera madre, che non accetta l’emancipazione della figlia.

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