Da questa mattina i dipendenti del Carcere di San Gimignano (Siena) sono in autoconsegna – cioè non lasciano il posto di servizio a fine turno, restando sul posto di lavoro – per protestare a causa delle difficili condizioni lavorative in cui versa l’istituto.
“Una casa di reclusione – spiegano Fp Cgil – che negli ultimi anni ha avuto forti carenze in termini di direzione”.
Proprio a causa di queste carenze il 10 ottobre scorso i poliziotti penitenziari si sono mobilitati con una protesta davanti ai cancelli del carcere di San Gimignano, per rivendicare la necessità di una direzione stabile. La mobilitazione ha fatto sì che fosse designato un direttore, ma dall’arrivo di questa direzione gli eventi critici sono diventati costanti e quotidiani: tra questi anche minacce nei confronti del personale in servizio.
“Vogliamo mostrare la piena solidarietà – come Fp Cgil Toscana – a tutti i poliziotti penitenziari che si stanno muovendo oggi con grande sacrificio, perché il loro esempio e la loro battaglia diventi occasione per rilanciare la battaglia ad un livello più alto. Per questo denunciamo pubblicamente lo stato di abbandono degli istituti penitenziari toscani, e chiediamo a gran voce che il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria, Antonio Fullone, incontri i poliziotti penitenziari in agitazione per rendere concrete le loro rivendicazioni”.
Negli ultimi due mesi nel carcere di San Gimignano ci sono molti eventi critici, si rende noto, anche se “il cambio del direttore e l’immissione di un comandante e un vicecomandante hanno dato la continuità sperata nel processo decisionale e di direzione, ma non hanno risolto i rischi per la sicurezza del personale di polizia penitenziaria”.
Tra i problemi, la presenza di parte dei detenuti psichiatrici, “quelli violenti e più difficilmente gestibili di tutto il resto della Toscana.”