Incontro tra il sindacato medici italiano (Smi) e l’assessorato alla salute riguardo allo sviluppo della figura dell’infermiere di famiglia e comunità (Ifc) e la mancanza dei medici per il 118.
Le forti criticità segnalate dal sindacato medici italiano (Smi) relativamente alla delibera per lo ‘sviluppo del modello assistenziale dell’infermiere di famiglia e comunità (Ifc)’ e la de-medicalizzazione in atto nel sistema di emergenza sanitaria territoriale 118 sono stati i temi al centro dell’ incontro svoltosi presso l’assessorato alla Salute della Regione Toscana ed al quale hanno preso parte la segreteria dell’assessore e una delegazione del sindacato dei medici tra cui il presidente regionale Nazzareno Catalano.
“Lo Smi”, si legge nella nota del sindacato “pur considerando la natura sperimentale del progetto regionale sull’Ifc ha sottolineato che la mancanza di chiari punti di riferimento deontologico, la grave indeterminatezza riguardo le responsabilità e le funzioni infermieristiche, la genericità delle competenze e la difficile comprensione di alcuni indicatori di valutazione potrebbero avere come conseguenza una confusione dei ruoli il cui risultato potrebbe essere un grave danno ai pazienti”.
Lo Smi ha inoltre proposto di ‘sospendere la sperimentazione dell’Ifc e di istituire un tavolo di confronto e di approfondimento con le organizzazioni sindacali, sia mediche che infermieristiche e con la Federazione degli ordini dei medici.
“Abbiamo chiesto all’assessorato che fosse definita, anche per l’infermiere di emergenza la diversità di ruoli e funzioni di responsabilità professionale e di percorsi formativi ed abbiamo ribadito”, continuano “la necessità di un progetto regionale di organizzazione dell’ emergenza territoriale che utilizzi tutte le professionalità sanitarie presenti”.
Infine lo Smi ha sottolineato che ‘la mancanza dei medici 118 deve essere imputata alla mancata apertura, da parte della Regione, dei corsi di 300 ore di idoneità all’emergenza territoriale’. “Su questo”, conclude la nota “la delegazione ha chiesto all’assessorato di attivarsi per dare inizio a questo evento formativo obbligatorio bloccato da 10 anni”.