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Sanità’: Toscana impugna alla Corte Costituzionale la legge Schillaci sulle liste di attesa

Corte Costituzionale

“Con il ricorso alla Corte Costituzionale abbiamo voluto sollevare l’attenzione su un atteggiamento centralistico sul piano della sanità da parte del governo”, ha affermato Eugenio Giani, presidente della Regione

“C’è un decreto fatto tre giorni prima delle elezioni -in cui di risorse ce ne sono zero, ma invece c’è la voglia, attraverso autorità che vengono da Roma, dal Ministero, di entrare direttamente nella capacità sanzionatoria dei direttori delle Asl. Si parla di autonomia e poi si centralizza anche il rapporto con il singolo territorio, ma in una funzione negativa, quella della sanzione. E’ assolutamente un’impostazione centralistica da condannare”. Lo afferma il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani presentando il ricorso alla Corte Costituzionale sulla  legge Schillaci per la riduzione delle liste d’attesa.

“Sulle liste d’attesa dobbiamo davvero fare qualcosa di forte e serio, e quindi abbiamo bisogno di risorse per pagare gli straordinari ai medici, per assumere e vedere così scorrere le liste d’attesa” ha aggiunto Giani.

Apprendiamo che la Regione Toscana è pronta a fare ricorso alla Corte Costituzionale per il decreto Schillaci sulle liste d’attesa. Quando il Pd toscano non ha sufficienti argomentazioni per andare contro al Governo Meloni, ricorre alla giustizia costituzionale. Ma chi paga tutti i ricorsi della Regione? “ Se lo chiede il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, avvocato Diego Petrucci, rispetto a un articolo de Il Tirreno che rende nota la decisione della giunta regionale di agire con un ricorso alla Corte Costituzionale per sollevare un conflitto di competenze sul decreto Schillaci nel punto dedicato alle liste d’attesa. “La domanda -dice Petrucci-  è volutamente retorica perché questo tipo di propaganda politica è solo a spese dei cittadini. Se il Pd pensa di spostare il dibattito nelle aule di giustizia utilizzando in maniera strumentale le vie giudiziarie, noi chiederemo di valutare l’opportunità di queste iniziative ricorrendo alla Corte dei Conti”.

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