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Sant’Orsola. “garantire uso pubblico pian terreno”

Sant'Orsola il laboratorio

Dopo la  concessione ad Artea,  architetti, storici dell’arte ed esperti di rigenerazione urbana chiedono di garantire l’uso pubblico del piano terra e la definizione della scuola di alta formazione, con coerenza rispetto ai connotati di bene pubblico dell’ex Convento e dello storico rione mediceo di San Lorenzo.

A fronte dell’approvazione da parte della Città Metropolitana dell’atto di concessione in uso, valorizzazione e gestione dell’ex Convento di Sant’Orsola al gruppo Artea fondato da Philippe Baudry, i promotori del «Laboratorio San Lorenzo» esprimono apprezzamento per la confermata volontà di sviluppare la riqualificazione dell’area di San Lorenzo attraverso la rigenerazione del Sant’Orsola, con rinnovato coordinamento tra gli enti pubblici competenti.

Al presente stato di informazione sull’esito della trattativa privata tra Città Metropolitana e Artea, sono due le questioni sulle quali il coordinamento Santorsolaproject insieme ai rappresentanti del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze e dell’Ordine degli Architetti, promotori del LSL, richiamano l’attenzione delle istituzioni di governo del territorio: la fruibilità del piano terra del complesso e la definizione della scuola, che risulterebbe occupare circa un terzo dei volumi della struttura.

«Ribadiamo la necessità di assicurare la massima permeabilità del piano terra della struttura di Sant’Orsola – dichiara il coordinatore operativo Emanuele Salerno -, rendendolo attraversabile da ogni lato, con una chiara destinazione d’uso delle 3 corti interne e degli ambienti che vi si affacciano. Per soddisfare le esigenze e le aspettative dei cittadini, così come i connotati di bene pubblico del Sant’Orsola, il progetto di recupero dovrà essere capace di far convivere spazi verdi d’uso pubblico, con spazi per attività culturali e ricreative, pubblici esercizi e attività di servizio. Decisivo sarà l’impegno, già espresso dai rappresentanti delle amministrazioni, di assicurare l’uso di locali al piano terra per le iniziative e attività culturali delle realtà associative del rione attraverso la stipula di una specifica convenzione tra proprietà pubblica e concessionario».

«In merito alla scuola di alta formazione – continua Salerno – rimarchiamo l’esigenza di definirne l’offerta formativa con coerenza rispetto alla vocazione culturale e alla morfologia socio-economica dello storico rione mediceo di San Lorenzo, in cui hanno sede e attività numerose e importanti istituzioni di livello internazionale che operano nel campo delle scienze dei beni culturali, delle arti e della musica. Rispetto alle indiscrezioni giornalistiche sull’ipotesi di insediare una scuola di alta formazione per l’amministrazione del settore alberghiero di “lusso”, si richiama ed evidenzia la nostra proposta di fondare nel centro storico Unesco un polo scientifico di livello europeo dedicato alla formazione dei profili professionali necessari alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale delle città d’Europa. Così come avanzata dagli attori sociali coinvolti nel percorso partecipativo, e in particolare dai referenti di istituzioni culturali quali Accademia di belle arti, Conservatorio di musica Luigi Cherubini, Opificio delle pietre dure, Isia, Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte, Spettacolo, e Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, che si sono candidati a sviluppare la proposta attraverso il coinvolgimento dei competenti comparti dell’amministrazione centrale dello Stato».

Secondo i promotori, quest’ultimo aspetto è inoltre connesso alla strategia generale elaborata e promossa dal LSL, che sollecita le amministrazioni pubbliche territoriali ad attribuire al processo di recupero dell’immobile i connotati di “progetto pilota” regionale, e dunque nazionale, di rigenerazione urbana partecipata, adesso integrabile nel quadro del «piano nazionale per la ripresa e resilienza», in relazione all’area che riguarderà la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico dell’Italia.

Il processo partecipativo Laboratorio San Lorenzo, ideato e promosso dal coordinamento Santorsolaproject, in collaborazione con il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze e l’Ordine degli Architetti, e col supporto di Cantieri Animati, è stato cofinanziato dall’Autorità Regionale per la Partecipazione (2019) e ha raccolto la manifestazione di interesse della Città Metropolitana di Firenze. Le indagini svolte nel corso dei sei mesi di Laboratorio hanno coinvolto oltre 250 cittadini e 40 stakeholders (referenti di enti, istituzioni e associazioni).

Tutti i materiali prodotti sono disponibili sul portale della Regione Toscana, Open Toscana Partecipa, al seguente indirizzo: http://open.toscana.it/web/laboratorio-san-lorenzo/home.

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