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Sbarco migranti a Livorno, collegamenti con meeting sui diritti umani

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Operazioni di sbarco concluse nel porto di Livorno per 26 migranti attraccati con la nave ong Ocean Viking. Sono 13 siriani e altri 13 tra egiziani e bengalesi. Buono lo stato di salute complessivo dei naufraghi, come ha spiegato il prefetto Paolo D’Attilio, tranne un paio che necessitano di approfondimenti medici in ospedale.

I migranti sono stati soccorsi nei giorni scorsi non lontano dalle coste della Libia mentre erano a bordo di una piccola barca in vetroresina che rischiava di affondare. Tra loro risultano anche due minori. La nave ong Sos Mediterranee ha attraccato al molo 57. Nella rotta dalla Sicilia al nord ha affrontato, anche con difficoltà, mare molto mosso.

“Lo sbarco di oggi aveva numeri contenuti, 26 persone di cui due minori ma accompagnati, ma rispetto ad altre che abbiamo dovuto affrontare in passato è una situazione semplice”, ha detto Andrea Raspanti, assessore alla Coesione sociale del Comune di Livorno, intervenendo in video collegamento al Meeting dei diritti umani in corso a Firenze dove ha posto l’attenzione sul tema dei minori stranieri non accompagnati.

“La macchina della prima accoglienza è ormai rodata, abbiamo iniziato un anno fa con i primi sbarchi delle navi di Emergency proprio a ridosso del Natale – ha aggiunto -. È un sistema che funziona bene poi però assistiamo a dei paradossi come in passato di persone che arrivano a Livorno dopo aver fatto tappa a Salerno, Massa, quindi vengono fatti sbarcare e messi su un pullman che va a Taranto. Sono cose che lasciano perplessi rispetto allo sforzo di umanizzazione dell’accoglienza che stiamo facendo”. “Al di là degli sbarchi che fanno notizia – ha poi aggiunto – il tema vero è che ogni settimana abbiamo uno-due ragazzi stranieri non accompagnati che si presentano spontaneamente in questura chiedendo che gli venga trovata una soluzione. Purtroppo il sistema delle comunità educative a dimensione familiare è saturo. Noi abbiamo dovuto approntare un servizio di pronta accoglienza di emergenza con la Misericordia per 72 ore in attesa di trovare posti in comunità che non ci sono. Non siamo solo noi in questa situazione ed è un tema che si risolve solo con intervento del governo”.

“La prima accoglienza funziona, dobbiamo lavorare sulla seconda accoglienza. L’arrivo di queste persone è qualcosa di storico, non ci saranno muri e mari a fermare chi è in cerca di un futuro migliore per sé e per i propri figli”. È quanto ha dichiarato oggi la sindaca di Carrara (Massa Carrara), Serena Arrighi, partecipando alla 27/ma edizione del Meeting dei diritti umani a Firenze, ricordando come da gennaio ad oggi nel porto apuano ci siano stati “otto sbarchi con quasi mille migranti”. “Per questo, dobbiamo immaginare un sistema di integrazione che parta immediatamente da dopo lo sbarco, che consenta loro di sentirsi parte della comunità, a partire dalla lingua”. Arrighi ha parlato del ‘modello Carrara’, “un modello operativo, ma anche di accoglienza e umanità, costruito da subito in maniera congiunta tra istituzioni, forze dell’ordine, protezione civile e volontari. Quando i migranti arrivano, li portiamo subito al polo fieristico, un luogo molto più confortevole di una banchina e qui vengono fatti gli accertamenti dal punto di vista sanitario e l’identificazione. Perché dobbiamo dare accoglienza e dignità a chi ne ha bisogno”.

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