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Elezioni: Schmidt e la ‘sua’ Firenze

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Elezioni: Schmidt e la 'sua' Firenze
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Prima uscita pubblica del candidato del centrodestra alle prossime elezioni amministrative di Firenze dell’8 e 9 giugno. L’ex direttore degli Uffizi Eike Schmidt si è presentato alla cittadinanza davanti ai vertici dei partiti che lo sostengono, senza simboli né bandiere che rimandano ai partiti ed alla politica tradizionale. E’ accaduto ieri sera alle Cartiere Carrara – ex Teatro tenda di Firenze.

Il servizio di Raffaele Palumbo.
C’è entusiasmo a destra. A Firenze l’ex direttore degli Uffizi Eike Schmidt ha presentato la sua candidatura. Niente bandiere dei partiti che a destra lo sostengono (solo bandierine  gigliate), niente politici sul palco (ma solo in prima fila), e finalmente – dicono in platea – abbiamo un candidato vero. Il che non è proprio rispettoso nei confronti dei passati candidati del centro destra né una bella ammissione di metodo. “Ora si cambia – dice Schmidt – Firenze tornerà magnifica!”. Si, ma come? In un’atmosfera un po’ trumpiana – fatte le debite proporzioni – la parola d’ordine è “cambiamento”. Sì, ma come? Le Cascine diventeranno il Central park di Firenze (quello che sta a News York, non a Londra, per intenderci), accoglienza sì ma in sicurezza, viva i giovani che si divertono in centro ma i residenti devono dormire, tramvie sì ma con belle tecnologie, turismo sì ma va gestito. E ancora, la spesa per lo stadio è “un enorme spreco di risorse pubbliche”. Ma è lo stesso Schmidt che tempo fa si era sperticato in lodi su quel progetto da membro della giuria? Disse: “Ha la nettezza e la pulizia del Brunelleschi e del Vasari, le linee che definiscono l’urbanistica del centro storico”.
E infine, basta con gli speculatori, via agli investitori, che su Firenze ci sono sembrati la stessa cosa. Sorvoliamo sul finanziamento degli asili nido su cui, in questi anni Firenze ha fatto scuola. Ancora una volta quello che entusiasma la platea è che Eike – “tutta la città deve chiamarmi così”, ha detto – non è un politico, non ha fatto politica, non ha frequentato la politica. Cosa c’è di meglio se parliamo di politica?