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Schmidt su Uffizi: resterei perché la politica è cambiata

Schmidt Marini

Eike Schmidt, il direttore uscente delle Gallerie degli Uffizi che all’ultimo momento ha rinunciato al previsto analogo incarico al Kunsthistorisches Museum (Khm) di Vienna per cercare un rinnovo del suo contratto a Firenze, ha spiegato questa decisione anche col nuovo clima politico creatosi in Italia e con una concorrenza interna che avrebbe trovato nella capitale austriaca.

In un’intervista pubblicata dal sito del settimanale tedesco Der Spiegel, Schmidt ha negato che a spingerlo a chiedere di rimanere – peraltro senza alcuna garanzia di riuscirci – ci siano stati interessi economici. Alla domanda sul perché abbia rinunciato a Vienna, lo storico dell’arte tedesco ha risposto: “per motivi personali e soprattutto professionali. Dopo i recenti sconvolgimenti politici in Italia, vedo ora un’opportunità di portare ulteriormente avanti il rinnovamento degli Uffizi”.

Nel ricordare che l’attuale direttrice del Khm, Sabine Haag, non ha accettato alcun altro posto al di fuori del museo viennese come ci si sarebbe aspettato, Schmidt ha detto che “abbassarla al secondo livello” dopo dieci anni “sarebbe stato indegno. Per me è divenuto sempre più chiaro che avrebbe mantenuto volentieri il suo posto e che non ci possono essere due direttori”, come dire che accettando il posto di direttore generale avrebbe potuto trovarsi in difficoltà dovendo coabitare con la precedente direttrice.

“Non ho giocato a poker”, ha aggiunto Schmidt. Sebbene vi siano state “illazioni che avessi cambiato idea per motivi economici, è vero il contrario”, ha sottolineato. Oltre a definire “del tutto possibile” che il contratto a Firenze non gli venga rinnovato, Schmidt ha previsto che con il ministro della Cultura austriaco Alexander Schallenberg ci sarà un incontro “nei prossimi giorni”.

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