C’è un arresto, secondo quanto appreso, nell’ambito delle indagini sulla morte di Emanuele Scieri, il 26enne siracusano, parà di leva, trovato morto il 16 agosto di 19 anni fa nella caserma Gamerra di Pisa, centro di addestramento della Folgore.
Concorso in omicidio: sarebbe questa l’accusa che ha portato all’esecuzione di una misura agli arresti domiciliari nell’ambito delle indagini sulla morte di Emanuele Scieri, il 26enne parà di leva trovato morto il 16 agosto 1989 nella caserma Gamerra a Pisa.
Secondo quanto appreso, destinatario della misura sarebbe un ex commilitone di Scieri.
Dagli inquirenti nessun commento al momento: una conferenza stampa è stata convocata per le 11.30 in procura a Pisa per illustrare gli sviluppi delle indagini. Il 6 dicembre scorso la relazione finale della commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte del militare, dopo 20 mesi, sentenziò che quella morte non fu un caso di suicidio, come suggerì il comando della Folgore. Il parà siracusano Emanuele Scieri fu aggredito prima di salire sulla torretta della caserma Gamerra di Pisa, ai piedi della quale fu ritrovato cadavere il 16 agosto 1999. Così l. Alla Gamerra, si legge nel testo della commissione, c’era “un’altissima, sorprendente tolleranza verso comportamenti di nonnismo” e ora “speriamo che il nostro lavoro posso restituire verità e giustizia alla memoria di Emanuele”.
E’ stato fatto, spiegava la presidente della Commissione Sofia Amoddio (Pd), “un lavoro puntale ed approfondito – acquisite quasi seimila pagine di documenti e 45 audizione – che ha portato la Procura di Pisa a riaprire le indagini sul caso. Intrecciando quelli acquisiti nel 1999 dalla magistratura con nuovi elementi, la Commissione ha accertato che alla Gamerra avvenivano gravi atti di violenza, non riconducibili a semplice goliardia”. “Gli elementi da noi riscontrati – prosegue Amoddio – consentono di escludere categoricamente la tesi del suicidio o di una prova di forza alla quale si voleva sottoporre Emanuele Scieri scalando la torretta, tesi che nel ’99 la catena di comando della Folgore suggerì alla magistratura. La consulenza cinematica di tecnici specializzati ha accertato che la presenza di una delle scarpe di Scieri ritrovata troppo distante dal cadavere, la ferita sul dorso del piede sinistro e sul polpaccio sinistro, sono del tutto incompatibili con una caduta dalla scala e mostrano chiaramente che il giovane é stato aggredito prima di salire sulla scaletta”.
La commissione fece emergere “le falle e le distorsioni di un sistema disciplinare fuori controllo ed ha rintracciato elementi di responsabilità depositandoli presso la Procura della Repubblica di Pisa”. La presidente parla di “errori grossolani e responsabilità evidenti”, nonchè “numerose anomalie nell’effettuazione dei rilievi e dei sopralluoghi sulla scena del crimine: dalle audizioni degli stessi carabinieri che effettuarono i rilievi, apprendiamo che intervennero tre nuclei diversi dell’Arma dei Carabinieri e che le operazioni di rilevamento presero avvio in assenza del Pm e senza la presenza dei Ris. Il cadavere di Scieri fu manipolato per estrarre dal marsupio il telefono cellulare del ragazzo e risalire al suo numero di telefono”.