Uno sciopero generale indetto dalla Usb a Firenze per chiedere un maggior aumento dei salari. Lo slogan della manifestazione è âabbassate le armi, alzate i salariâ in relazione allâaumento della spesa militare per fornire sostegno allâUcraina. Lo sciopero coinvolgerĂ tutti i settori del pubblico e del privato.
In particolare, in vista dello sciopero generale, Usb chiede la stabilizzazione dei precari, un aumento di 300 euro in busta paga, 32 ore di lavoro a paritĂ di salario, lâetĂ pensionabile a 62 anni e 1000 euro al mese per le pensioni minime. Le proposte sono state presentate nel corso di una conferenza stampa dai rappresentanti di Usb Firenze Dario Furnari, Miriam Amato e Mario Carluccio: era presente anche il consigliere comunale di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi.
âLa parola dâordine â hanno spiegato i rappresentanti Usb Firenze â è âAbbassate le armi, alzate i salariâ. Il Paese vive una fase drammatica. Inflazione stabilmente a doppia cifra, carovita, precarizzazione del lavoro, disoccupazione e morti sul lavoro in costante aumento. Con lo sciopero intendiamo riaffermare il protagonismo del mondo del lavoro. Ă necessaria una nuova stagione di conflitto per riconquistare diritti inalienabili: salario, salute, istruzione, casaâ. Non câè un settore particolarmente messo peggio di altri. La richiesta arrivata dai sindacati riguarda tutti i lavoratori e le lavoratrici del settore pubblico e privato.
âA Firenze tante vicende danno ragione alla necessitĂ della mobilitazione lanciata da Usb â ha spiegato Palagi -. Dalle condizioni di precarietĂ , nel settore turistico-ricettivo come negli appalti, al costo della vita (basta pensare allâemergenza abitativa e alle tende di fronte alle sedi universitarie). Uno sciopero è sempre un sacrificio per le lavoratrici e i lavoratori, implica la rinuncia a una parte del proprio stipendio. Ă però uno dei pochi strumenti a disposizione, di fronte a un sistema politico e istituzionale incapace di trovare le risorse necessarie per tutelare i bisogni delle classi lavoratriciâ.