Ven 22 Nov 2024
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ToscanaEconomiaSciopero Mps: sindacati, paghiamo noi il conto della crisi

Sciopero Mps: sindacati, paghiamo noi il conto della crisi

Sciopero Mps: lettera aperta dei sindacati di Mps nel giorno dello sciopero dei lavoratori della banca che vede anche tre presidi dei lavoratori a Roma, Milano e Bari.

“Siamo le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo Monte dei Paschi di Siena – si legge nel documento congiunto Fabi, Uilca, First, Fisac, Unisin- In questi anni avete sentito parlare della nostra Banca come di un problema. Invece noi siamo le persone che, nonostante le difficoltĂ , hanno lavorato con dedizione per rendere alla nostra clientela un servizio competente e rispondente alle esigenze. Oggi siamo in sciopero perchĂ© il
nostro futuro è incerto”.

“La responsabilitĂ  non è nostra ma siamo noi, lavoratrici e
lavoratori del Gruppo Monte dei Paschi di Siena, a rischiare di pagarne il conto. Un conto salatissimo. Oggi siamo in sciopero perchĂ© meritiamo rispetto e per chiedere di essere coinvolti da subito nel progetto che deve riguardare il complesso dei dipendenti dell’intero Gruppo – e non solo una parte – per contrattare le garanzie di un futuro dignitoso e sostenibile. Per tutte e per tutti noi. Vi chiediamo lo sforzo di comprendere
le nostre ragioni e di essere solidali con la nostra protesta” conclude la lettera.

“E’ inaccettabile che il Ministro dell’Economia che e’ anche l’azionista di maggioranza di Mps si ostini a non incontrare i lavoratori”. Cosi’ Nino Baseotto, il segretario della Fisac Cgil, in merito alla mobilitazione dei sindacati che rappresentano 19 mila dei 21 mila dipendenti del gruppo. ”Uno sciopero necessario perchĂ© sono in gioco migliaia di posti di lavoro e il futuro professionale di lavoratori che nessuna responsabilita’ hanno dei ripetuti errori dei management succedutesi alla guida di Mps” sottolinea il sindacalista. “Oggi c’e’ l’ipotesi di acquisizione da parte di UniCredit: i lavoratori e il sindacato non possono accettare che tutto si decida senza essere ascoltati, senza un confronto, senza poter fare le proprie proposte e senza far valere le proprie ragioni. Non è uno sciopero contro UniCredit, ma la richiesta civile di un sindacato responsabile pronto a trattare soluzioni credibili che salvaguardino l’occupazione” conclude il segretario generale della Fisac.

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