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Sciopero Mps: sindacati, paghiamo noi il conto della crisi

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Sciopero Mps: lettera aperta dei sindacati di Mps nel giorno dello sciopero dei lavoratori della banca che vede anche tre presidi dei lavoratori a Roma, Milano e Bari.

“Siamo le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo Monte dei Paschi di Siena – si legge nel documento congiunto Fabi, Uilca, First, Fisac, Unisin- In questi anni avete sentito parlare della nostra Banca come di un problema. Invece noi siamo le persone che, nonostante le difficoltà, hanno lavorato con dedizione per rendere alla nostra clientela un servizio competente e rispondente alle esigenze. Oggi siamo in sciopero perché il
nostro futuro è incerto”.

“La responsabilità non è nostra ma siamo noi, lavoratrici e
lavoratori del Gruppo Monte dei Paschi di Siena, a rischiare di pagarne il conto. Un conto salatissimo. Oggi siamo in sciopero perché meritiamo rispetto e per chiedere di essere coinvolti da subito nel progetto che deve riguardare il complesso dei dipendenti dell’intero Gruppo – e non solo una parte – per contrattare le garanzie di un futuro dignitoso e sostenibile. Per tutte e per tutti noi. Vi chiediamo lo sforzo di comprendere
le nostre ragioni e di essere solidali con la nostra protesta” conclude la lettera.

“E’ inaccettabile che il Ministro dell’Economia che e’ anche l’azionista di maggioranza di Mps si ostini a non incontrare i lavoratori”. Cosi’ Nino Baseotto, il segretario della Fisac Cgil, in merito alla mobilitazione dei sindacati che rappresentano 19 mila dei 21 mila dipendenti del gruppo. ”Uno sciopero necessario perché sono in gioco migliaia di posti di lavoro e il futuro professionale di lavoratori che nessuna responsabilita’ hanno dei ripetuti errori dei management succedutesi alla guida di Mps” sottolinea il sindacalista. “Oggi c’e’ l’ipotesi di acquisizione da parte di UniCredit: i lavoratori e il sindacato non possono accettare che tutto si decida senza essere ascoltati, senza un confronto, senza poter fare le proprie proposte e senza far valere le proprie ragioni. Non è uno sciopero contro UniCredit, ma la richiesta civile di un sindacato responsabile pronto a trattare soluzioni credibili che salvaguardino l’occupazione” conclude il segretario generale della Fisac.

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