La polizia di Stato ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti emessa dal gip di Pisa nei confronti del presunto autore dell’omicidio di Krystyna Novak, la ragazza ucraina di cui era stata denunciata la scomparsa alla polizia il 9 novembre 2020, dopo nove giorni in cui non dava più notizie di sé a familiari ed amici. L’indagine ha collezionato gravi indizi di reato nei confronti dell’arrestato, vicino di casa della ragazza, socio negli affari criminali del compagno della vittima.
Khrystyna Novak, 29enne ucraina, è scomparsa nel nulla il 1 novembre 2020. A dare l’allarme era stata la madre della giovane, che lavorava in un night di Altopascio (Lucca), non riuscendo a mettersi in contatto telefonicamente da giorni con la figlia. La sparizione avvenne all’indomani dell’arresto del compagno della Novak, Airam Gonzalez Negrim, un imprenditore di 41 anni di origini spagnole, fermato dal commissariato di Pontedera (Pisa) per i reati di porto abusivo d’arma e munizioni, ricettazione, detenzioni di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
Armi e droga erano stati trovati nella sua villetta di Corte Nardi, vicino a Orentano, frazione di Castelfranco di Sotto (Pisa). Il 31 ottobre anche la 29enne venne portata al commissariato e rilasciata subito dopo perché considerata estranea ai fatti contestati al fidanzato. Il 9 novembre la madre della giovane ucraina denunciò la scomparsa alla polizia.
La famiglia da giorni aveva provato a mettersi in contatto con Khrystyna e aveva chiesto aiuto anche alle sue amiche per rintracciarla. La madre, non sentendola telefonicamente da oltre una settimana dall’Ucraina, attraverso una conoscente che vive a Brescia, fece scattare le ricerche.
Gli investigatori tornarono nell’abitazione di Orentano assieme alla Scientifica. Nessuna traccia di colluttazione e nessun segno di sangue tra quelle pareti, dove però i poliziotti trovarono il passaporto della ragazza ma non il telefono, che risultava irraggiungibile da giorni. A Orentano arrivarono anche i cani molecolari della polizia che setacciarono tutta l’area vicina alla villetta.
Da allora i poliziotti hanno ricostruito anche la rete delle amicizie di Krystyna Novak, che entrata in Italia da pochi mesi con un visto turistico di 90 giorni che stava per scadere in autunno. La polizia ha fatto accertamenti anche sui social: la giovane aveva un profilo su Instagram. Nella villetta di Orentano, al momento dell’arresto del fidanzato, la polizia – dopo aver neutralizzato tre rottweiler a guardia della casa – aveva trovato, fra l’altro, due chili di sostanze stupefacenti e due pistole: una calibro 22 e una 7,65 con matricola abrasa.
Alcune amiche della giovane hanno raccontato alla polizia di essere andate nella villetta per vedere se Khrystyna fosse tornata: era il 4 novembre. Tre giorni prima la giovane aveva scambiato alcuni messaggi con una delle sue amiche: non c’erano però segnali strani tra quelle parole. Una ragazza, invece, aveva confidato agli inquirenti che Khrystyna Novak le aveva detto di essere preoccupata. In un primo momento la Procura di Pisa aveva aperto un fascicolo di indagine per sequestro di persona, modificando a fin novembre il reato in omicidio sequestro di persona, modificando a fin novembre il reato in omicidio volontario e distruzione di cadavere.
All’alba di oggi la svolta: a Castelfranco di Sotto la polizia ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un cinquantenne fiorentino, presunto autore dell’omicidio e della soppressione del cadavere.
Secondo le indagini della polizia, Francesco Lupino, il tatuatore arrestato a Pisa per omicidio e occultamento di cadavere della giovane ucraina Krystyna Novak nel Pisano, nutriva un “elevato rancore” per il fidanzato di lei Airam Negrim Gonzalez e verso Krystyna, nuova compagna del Gonzales dall’agosto del 2020. Krystyna era a conoscenza dei traffici illeciti tra il compagno e Lupino, e, ricostruisce sempre la polizia, aveva convinto Gonzalez ad uscire dai traffici di stupefacenti. Alcuni giorni prima c’era stato un alterco fra i due uomini determinato dalla volontà del Gonzalez, su richiesta della Novak, di tirarsi fuori dal giro di affari di droga in cui era stato coinvolto da Lupino, sia per esaudire il desiderio della compagna, sia perché lo spagnolo si era reso conto che Lupino sottraeva di nascosto somme di denaro dai comuni incassi illeciti.
Lo stesso spagnolo ha – in stato di detenzione – contribuito alle indagini della polizia da subito; interrogato più volte in carcere, ha sempre fornito informazioni coerenti e riscontrate. Ha accompagnato gli investigatori nei sopralluoghi dell’abitazione. Nella villa la polizia scientifica ha rilevato cancellazioni di sangue dalle pareti di un corridoio di ingresso dalla porta posteriore. Tracce di sangue anche sotto lo stipite della stessa porta e più punti del corridoio. Trovate tracce biologiche riconducibili al Dna di Krystyna Novak, nei punti in cui ci sono le cancellature di tracce. Sempre in quel punto del corridoio grazie a Gonzales, è stata rilevata l’assenza di uno zerbino ed è stata trovata una scalfittura nel muro con un frammento metallico in lega di piombo, rame e zinco, compatibile con l’impatto di un proiettile sulla parete e con lo stesso materiale dell’ogiva estratta dalla carcassa di un cane che – come ha testimoniato la precedente fidanzata di Gonzales – nel luglio 2020 fu ucciso nel giardino da Lupino con una pistola marca Tanfoglio, a canna oscillante. In un sopralluogo è stato dissotterrato il cane: nella carcassa è stata rinvenuta l’ogiva sparata e poi messa a comparazione scientifica.