E’ scomparso ieri a 93 anni Giuliano Gori, imprenditore e collezionista pratese. Nei primi anni Settanta trasferì la sua collezione negli spazi della Fattoria di Celle a Santomato di Pistoia, creando un museo-parco’ di arte ambientale aperto poi al pubblico nel 1982.
All’inizio furono 18 le opere inaugurate, di artisti quali Alice Aycock, Dani Karavan, Fausto Melotti, Robert Morris, Dennis Oppenheim, Anne e Patrick Poirier, Ulrich Ruckriem, Richard Serra, Mauro Staccioli, George Trakas, Nicola De Maria, Luciano Fabro, Mimmo Paladino, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Gianni Ruffi, Aldo Spoldi, Gilberto Zorio. Quarant’anni dopo, nel 2022, se ne contavano 80. Nel 1973 si adoperò per la cessione alla città di Prato di ‘Forma squadrata con taglio’ di Henry Moore, opera permanente in piazza San Marco. “Con Giuliano Gori se ne va il Novecento dell’arte della nostra città e della sua relazione con il mondo”. Così il sindaco di Prato Matteo Biffoni insieme all’assessore alla cultura Mangani – dichiarano il sindaco Biffoni e l’assessore Simone Mangani ricordando l’imprenditore-collezionista Giuliano Gori, morto oggi a 93 anni. “Imprenditore, innovatore, amante riamato degli artisti e delle artiste – affermano -, ha fatto della storica Fattoria di Celle il prototipo italiano dell’arte ambientale grazie all’intuito, alla capacità di sperimentare, alla sapienza nell’interpretare le possibilità che un luogo immerso nella natura poteva offrire. Lewitt, Cecchini, Burren, Barni, Corneli e mille altri hanno lavorato con lui e per lui in una relazione feconda e unica. Assieme a Bertini è stato decisivo per l’arrivo di Henry Moore a Prato e ancora nel 2012 grazie a lui la collezione pubblica del Museo di Palazzo Pretorio si arricchisce della donazione Lipschitz. Socio fondatore del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, capostipite di una famiglia innamorata dell’arte contemporanea, Giuliano Gori è stato esempio inimitabile e libero. Ai figli, ai nipoti, ai familiari tutti un pensiero e un abbraccio”. Gori, imprenditore del tessile, aveva iniziato dal dopoguerra a collezionare opere d’arte contemporanea, entrando in contatto con i maggiori artisti della scena mondiale. Opere inizialmente conservate nella sua abitazione pratese e poi trasferite alla Fattoria di Celle dove il 12 giugno 1982 vennero inaugurate le installazioni all’aperto contemporaneamente a quelle che andarono ad arricchire la collezione all’interno della villa. L’attività di Gori e degli artisti di volta in volta coinvolti nel parco è continuata incessante e costante negli anni successivi, sino a raggiungere
con gli ultimi interventi nel 2022 la straordinaria collezione di oltre 50 opere all’aperto. Tra gli altri artisti nella collezione Folon, Burri, Buren. A ispirare Giuliano Gori e la moglie Pina, il desiderio di dare vita a uno spazio magico in cui i diritti dell’arte iniziano dove terminano quelli della natura. “Agli inizi degli anni 80 – ricordava due anni fa lo stesso Gori – eravamo pionieri perchè per primi abbiamo trasformato l’idea classica di scultura in opere di arte ambientale permanenti. Ciò comporta l’utilizzo da parte degli artisti dello spazio come parte integrante dell’opera. Negli anni la Collezione ha avuto” importanti riconoscimenti, più “musei hanno esposto la documentazione di tutte le opere di arte ambientale (essendo i
lavori inamovibili) accompagnata da un nucleo di capolavori della collezione storica. Nel 1999 per un intero anno la Collezione Gori è stata esposta nei musei giapponesi a rotazione, nel 2003 è stata portata all’Ivam di Valencia, nel 2012 alla Fondation Maeght di Saint Paul de Vence con la quale è nato un gemellaggio artistico”.