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Scomparve nell’Aretino, legale padre Graziano: ‘Faremo ricorso a Cedu’

padre graziano

Il legale di padre Graziano vuole fare ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Padre Graziano denuncia la giustizia italiana di essere stata razzista e vorrebbe scrivere al Papa per raccontargli la verità.

Dopo la condanna inflitta dai giudici della Cassazione, la difesa di padre Graziano, il religioso congolese condannato in via definitiva a 25 anni di carcere per aver ucciso Guerrina Piscaglia e averne occultato il cadavere, annuncia di voler portare il procedimento a Strasburgo davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Guerrina Piscaglia, scomparve da un piccolo paese dell’Aretino il primo maggio 2014. Secondo l’accusa il religioso avrebbe ucciso la donna con cui aveva una relazione e ne avrebbe soppresso il cadavere.

“Stiamo aspettando le motivazioni della Cassazione e poi faremo ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo – spiega uno dei legali del religioso, l’avvocato salentino Francesco Zacheo -. Faremo ricorso perché durante i tre gradi di giudizio sono stati lesi i diritti di difesa del mio assistito. Sono andato a trovarlo in carcere la scorsa settimana e mi ha esternato la volontà di scrivere una lettera a Papa Francesco per raccontagli tutta la verità”.

Padre Gratien Alabi, questo il nome del religioso, sta scontando la pena nel carcere di Rebibbia dove continua a proclamarsi innocente. In una lettera scritta lo scorso 28 febbraio e affidata al suo legale, denuncia la giustizia italiana di essere stata razzista. “Non sono contro il popolo italiano – si legge nella missiva – ma è stato fatto razzismo nei miei confronti. Ho avuto da sempre tutte le testate giornalistiche contro. Mi hanno fatto un processo mediatico senza prove, rendendomi colpevole”.

Guerrina Piscaglia, 50 anni, scomparve da Ca’ Raffaello, la località dell’Appennino aretino dove viveva con la famiglia, e dove il religioso prestava servizio nella locale parrocchia. Le indagini hanno ricostruito che tra i due vi era una relazione, confermata dalle testimonianze di persone amiche e dei numerosi contatti telefonici: 4.027 in quattro mesi. Secondo i giudici d’appello padre Graziano uccise la sua amante in un momento di rabbia, dopo la richiesta della donna di dare una connotazione diversa alla loro storia, sotto la minaccia di rivelare tutto ai suoi superiori. L’uomo ha quindi fatto sparire il corpo e depistato le indagini. Una versione sempre avversata dalla difesa di padre Graziano.

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