Il giovane, appartenente all’area anarco-antagonista, durante gli scontri parlava al megafono per incitare i manifestanti a proseguire nelle proteste.
C’è anche uno 25enne fiorentino considerato dagli investigatori uno dei leader della protesta, tra coloro che sono finiti ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sui disordini avvenuti alla manifestazione ‘anti-sistema’ del 30 ottobre scorso a Firenze.
Il giovane, appartenente all’area anarco-antagonista, durante gli scontri parlava al megafono per incitare i manifestanti a proseguire nelle proteste. Inoltre, avrebbe lanciato in prima persona due vasi contro le forze dell’ordine, colpendo e ferendo
in modo lieve un funzionario di polizia.
Come emerge dai filmati acquisiti dalla digos, il 25enne è stato anche tra i primi a raggiungere l’incrocio tra via Maso Finiguerra e via dell’Albero, dove, usando alcune biciclette, i manifestanti crearono una barricata dalla quale sono state lanciate contro i poliziotti bottiglie molotov, riempite con della benzina presa da alcuni scooter in sosta.
Secondo quanto affermato dal questore di Firenze, Filippo Santarelli, gli scontri del 30 ottobre scorso furono provocati da veri e propri “professionisti dei disordini”. Le indagini che hanno portato alle misure sono state condotte dalla digos e coordinate dal pm Fabio Di Vizio: “Le misure cautelari – ha commentato il procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo – sono state ottenute a soli tre mesi dai fatti, grazie a indagini effettuate a tempo di record, quando i fatti sono gravi e suscitano allarme sociale la risposta deve essere immediata”.
Oltre alle sette persone arrestate questa mattina, altre quattro persone furono arrestate dalla polizia nel corso della manifestazione, tra cui un 19enne accusato del lancio di una molotov contro gli agenti.