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Scoperta associazione a delinquere a Pistoia, 24 arresti

Stamani i militari del comando provinciale carabinieri di Pistoia e del comando provinciale della guardia di finanza di Pistoia hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere e 22 misure agli arresti domiciliari su un totale di 163 sotto indagine.

Le indagini hanno permesso di individuare una struttura formata da imprenditori e commercialisti che si adoperava nel creare in particolare bancarotte aziendali. Le imprese ‘scelte’ venivano svuotate delle risorse aziendali attraverso il depauperamento dell’attivo determinandone l’insolvenza e in alcuni casi il fallimento a danno dei creditori.
Nelle indagini è stato accertato che il patrimonio distratto in modo fraudolento veniva illecitamente reimpiegato o riciclato in nuove realtà che subentravano alle imprese fallite di cui proseguivano l’attività attraverso ‘teste di legno’. Coinvolti diversi personaggi contigui alla criminalità organizzata di tipo mafioso: nell’intera inchiesta gli inquirenti contano ben 36 soggetti con questa caratteristica.
Associazione per delinquere finalizzata all’intestazione fittizia di beni, auto-riciclaggio, bancarotta fraudolenta, usura, estorsione, assunzioni fittizie finalizzate alle truffe in danno dello Stato, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, evasione d’imposta e false fatturazioni: questi i numerosi reati per cui, a vario titolo, sono sotto processo un totale di 163 indagati.
Eseguite 41 perquisizioni domiciliari. I soggetti raggiunti dalle misure abitano in Toscana, in Calabria e in Piemonte.
In carcere sono finiti l’ex commercialista Ignazio Ferrante, 52 anni, originario di Reggio Calabria ma domiciliato a Pieve a Nievole (Pistoia), a suo tempo radiato dall’albo e condannato per associazione di stampo mafioso; e l’imprenditore Demetrio Caracciolo, 60 anni, anche lui di Reggio Calabria, residente a Massa e Cozzile (Pistoia). Ai domiciliari professionisti contabili, tra commercialisti e ragionieri, e numerosi imprenditori che vivono in Toscana.
L’inchiesta, coordinata dai pm di Pistoia Fabio Di Vizio, ora alla procura di Firenze, e Claudio Curreli, si è avvalsa di due indagini distinte denominate ‘Amici nostri’ e ‘Pluribus’, confluite nello stesso fascicolo.
Stimato in 50 mln di euro il danno arrecato ai creditori e all’Erario, mentre 20 mln di euro è la somma di capitali riciclati, anche con trasferimento di denaro all’estero.
Sequestrati 36 mln di euro tra conti correnti bancari e postali, proprietà immobiliari, e otto aziende con sedi a Borgo a Buggiano (Pistoia) e Montelupo (Firenze) attive nella ristorazione, nel movimento terra, nell’edilizia, nella vendita di tabacchi.
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