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Scoppio del carro a Firenze, volo perfetto della colombina. Secondo la tradizione è un segno di buon augurio e speranza

Scoppio del carro

Firenze, volo perfetto della ‘colombina’ in piazza Duomo a Firenze per lo Scoppio del carro, l’antica manifestazione fiorentina per Pasqua, di fede e tradizione, che si tramanda da secoli: la sua origine viene fatta risalire alle Crociate.

La ‘colombina’ è il congegno trasportato da un razzo innescato dal cero santo, ‘accensione’ a opera del cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, all’interno della Cattedrale, che provoca lo Scoppio del carro, o meglio, da fuoco ai petardi e i fuochi pirotecnici di cui il carro è corredato.

Partita dall’altare della Cattedrale, la colombina ha raggiunto il carro di fuoco, detto Brindellone, posizionato tra Duomo e Battistero e poi è tornata indietro. La tradizione tramanda che se riesce a rientrare è un segno di speranza e di buoni raccolti.

Come da tradizione anche la folla degli spettatori a cui è andata la benedizione del cardinale che ha fatto il giro di tutta la piazza e che ha benedetto anche il carro di fuoco prima che fosse ‘acceso’.

Secondo Palazzo Vecchio, in piazza per assistere allo Scoppio del carro c’erano oltre 5.000 persone. “La Pasqua di Firenze è sempre una Pasqua speciale perché si porta dietro la grande tradizione secolare dello scoppio del Carro e del volo della Colombina in un contesto architettonico, storico e artistico che è unico al mondo. Per me è la decima Pasqua da sindaco – ha detto Dario Nardella – ed è sempre come fosse la prima volta. È, purtroppo, la seconda Pasqua con la guerra in Ucraina ed anche per questo il desiderio di Pace è ancora più forte. Una Pasqua da record per quanto riguarda le presenze sia italiane che straniere in città. Davvero numeri straordinari”.

Come tradizione, prima dello Scoppio del Carro, si è svolto il sorteggio delle partite del Torneo di San Giovanni del Calcio storico fiorentino: la prima semifinale, il 10 giugno, vedrà Bianchi contro Azzurri, il giorno dopo la seconda semifinale sarà Rossi contro Verdi. Il 24 giugno, festa di San Giovanni, patrono di Firenze, la finale.

Dopo lo scoppio del carro la messa in Duomo celebrata dal cardinale Betori, tra i presenti anche il sindaco di Firenze Dario Nardella che, arrivando in piazza, ai microfoni di Toscana tv ha sottolineato la bellezza della tradizione secolare dello Scoppio del carro e si è augurato una Pasqua nel segno anche se “purtroppo è la seconda” segnata dalla guerra in Ucraina. Tra i presenti anche il governatore toscano Eugenio Giani.

Sta prevalendo “un modo di rapportarsi al reale per cui a definirlo è la scelta soggettiva e la volontà di potenza, al di là del bene e del male. Prolifera una cultura che fa della mistificazione del reale uno strumento di presunta libertà”, ha detto il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, durante l’omelia proclamata in Cattedrale nella domenica di Pasqua. A causa di questa mistificazione, per Betori “ne vanno di mezzo realtà come la famiglia, la generazione, l’essere padre, madre e figlio, la sfera della sessualità in tutti i suoi aspetti. Né è più onesto il modo con cui si riconosce, o meglio si misconosce, il lavoro e la sua dignità. O il modo con cui ci si pone di fronte al reo, disattendendo sistematicamente il suo recupero umano e sociale. Per non parlare del riconoscimento della dignità umana di uomini, donne e bambini in fuga da guerre, fame, situazioni sociali di estrema povertà, lasciati morire in viaggi della disperazione, senza che si tenti, da parte della comunità internazionale, di trovare un modello di cooperazione tra i popoli che sia in grado di coniugare le aspirazioni dei poveri e le capacità di accoglienza da parte di chi gode di maggiori risorse. E poi la guerra, tornata a essere strumento di dominio, per dare corpo con la violenza a progetti di egemonia e di potere. Come la comunità di Corinto rischiava di rovinare lasciandosi sedurre da un pensiero che negava di dover distinguere tra bene e male sulla base di un’oggettiva verità, così il nostro mondo rischia di distruggersi nel ribaltamento del rapporto tra verità e libertà”. Per Betori occorre “vivere con sincerità e con verità, cioè con trasparenza e lealtà, coerenza e rettitudine. Atteggiamenti non molto facili oggi, in un mondo in cui nascondersi sembra un imperativo per affermarsi, dal nickname che fa da velo all’identità per non farsi responsabili di nulla, soprattutto nello spargere fake news e odio, fino alle scatole cinesi dentro cui si celano quanti manovrano le leve delle speculazioni finanziarie o si industriano per inquinare la vita economica, sociale e politica a proprio vantaggio. Pensiamo solo ai tanti problemi di chi, proprio in conseguenza di questi atteggiamenti, resta senza stipendio, con davanti un futuro incerto”. Facendo infine riferimento alla tradizione dello Scoppio del carro, l’arcivescovo, affermando che bisogno lasciarci illuminare da Gesù, il “simbolo di questa luce è stato il nostro carro anche quest’oggi, portando nel cielo di Firenze il fulgore e la forza di Cristo, della sua Pasqua. L’augurio è che non resti un simbolo, ma che tutti noi ci trasformiamo nella luce di una vita nuova, dono per gli altri”.

 

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