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Manifestazione a Pescia (Pt): “le scuole non si chiudono neanche in tempo di guerra”

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Foto Controradio - Liceo Galileo

“Le scuole non si chiudono neanche in tempo di guerra” Intervista di Chiara Brilli alla prof.ssa Rosanna Magrini, docente scuola secondaria primo grado IC Libero Andreotti di Pescia.

E’ nato nei giorni scorsi il Comitato Scuola in presenza della città di Pescia con l’intento di creare un momento di confronto tra famiglie, docenti e cittadini sul peso che bambini e ragazzi sono chiamati a sopportare a causa del perdurare della gestione Covid con la chiusura ancora della seconda e terza e delle superiori.

“Siamo preoccupati per la salute psicofisica di studenti e studentesse, siamo preoccupati per le conseguenze che questa privazione educativa comporterà per le loro vite future e siamo preoccupati per tutti quei minori che vivono in condizioni di forte svantaggio e che già prima avevano notevoli difficoltà”, se legge in un comunicato diffuso dal Comitato che ha indetto per oggi una manifestazione  alle ore 17,30 in Piazza Mazzini, per ribadire che occorre programmare e pianificare soluzioni alternative che consentano alla scuola di essere in presenza e sia garantito anche in futuro l’adozione di misure necessarie e sensate affinché non si debba ricorrere alla chiusura.

“La bella stagione finirà e sarà subito, di nuovo, il tempo delle riaperture delle scuole, della mobilità per lavoro, della stagione invernale e della necessità di proteggersi dal freddo. Facciamo allora come le formichine. Profittiamo della buona stagione per predisporci all’inverno. Non culliamoci! Non rischiamo poi un gioco dell’oca disastroso per tutti noi, per la nostra salute mentale. Il popolo italiano non lo sopporterebbe oltre”. Lo scrive su Facebook, Francesco Vaia direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma in un appello al presidente del Consiglio, Mario Draghi, “alle forze politiche che hanno, loro sì, il dovere di proporre soluzioni e di decidere per il bene pubblico”, ricordando che l’estate “ci aiuterà” nella ripresa e nelle riaperture ma anche che bisognerà approfittare della tregua. “E allora avanti con la risoluzione del problema trasporti innanzitutto. E poi la scuola, la sua ricettività e la qualità dell’accoglienza .
Non lasciamo i nostri figli e nipoti ancora senza scuola. Guai a noi! Adeguiamo gli impianti di climatizzazione al tempo che viviamo. Ed i tempi delle città , che siano parametrati agli ingressi nelle scuole, negli uffici pubblici, nei centri della grande e piccola distribuzione”, scrive Vaia. “Tutti temi che avevamo posto già a maggio del 2020. Senza trovare, ahimè, adeguata risposta”, conclude.
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