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Scuola: Cgil e Flc Firenze: “Restano nodi irrisolti, occorre investire”

Siena

Foto Controradio - Liceo Galileo Firenze

Scuola: riparte nel terzo anno di Covid, restano nodi irrisolti: “supplentite”, classi sovraffollate, trasporti, mancanza di investimenti. Cgil e Flc Cgil Firenze: “Manca un’organizzazione stabile e strutturata, in grado di garantire sia la necessaria continuità didattica sia un ambiente efficace per la sicurezza di tutti. Servono politiche pubbliche e investimenti per ripensare profondamente gli istituti”. Bene la vaccinazione e la frenata sulla Dad.

Di seguito il comunicato sindacale diffuso in occasione dell’apertura della scuola in Toscana:

Alla ripresa delle lezioni negli istituti scolastici di Firenze e provincia è inevitabile riscontrare che purtroppo neanche il terzo anno di pandemia ha spinto il decisore politico ad affrontare alla radice i principali nodi irrisolti della scuola.

E’ molto importante aver raggiunto la quasi totale copertura vaccinale del personale scolastico e aver avviato la campagna per i giovani e gli adolescenti: la vaccinazione resta la via maestra per combattere la pandemia e ci auspichiamo tempi rapidi per raggiungere il numero più alto possibile di studenti. E’ altrettanto importante aver abbandonato l’idea che la Didattica a Distanza rappresentasse una modalità ugualmente efficace di fare scuola, idea da noi contestata fin dal 2020, che ha avuto conseguenze gravi anche rispetto all’abbandono scolastico, notevolmente aumentato lo scorso anno come denunciato dallo stesso Comune di Firenze.

Tuttavia restano attuali tutti i problemi che ci portiamo dietro da anni, in primo luogo l’alto numero di alunni per classe.

L’anno scorso per ridurre il rischio di contagio fu introdotto il distanziamento interpersonale di un metro fra gli alunni e assegnato alle scuole il c.d. “Organico-Covid”, cioè personale scolastico aggiuntivo (docenti e ATA) utile per dividere i gruppi troppo numerosi e intensificare le operazioni di igienizzazione e controllo.

Quest’anno prima un parere tecnico del CTS e poi le disposizioni del Ministero dell’Istruzione hanno reso non più necessario il metro di distanza, che quindi non è più obbligatorio; di conseguenza il Governo ha pensato bene di non rifinanziare l’Organico-Covid per dividere le classi, ma di permettere esclusivamente l’utilizzo delle somme non utilizzate l’anno scorso e al massimo fino al 31 dicembre, come se le attività didattiche da gennaio 2022 non avessero più necessità di essere supportate adeguatamente.

Il Governo non è neppure intervenuto sulle norme che permettono la formazione di classi sovraffollate e anche per quest’anno abbiamo situazioni che raggiungono e in alcuni casi superano il numero di 30 studenti.

Sul versante dei trasporti non ci sono provvedimenti capaci di mettere in condizioni di sicurezza chi, fra alunni e famiglie, utilizza i mezzi pubblici per il tragitto casa-scuola e sebbene si parli di fondi stanziati appositamente dal Ministero dei Trasporti al momento non sono state fornite indicazioni certe al riguardo.

Anche riguardo all’annosa questione del precariato e della girandola dei supplenti nelle scuole siamo in alto mare e la “supplentite” non è stata debellata. È sicuramente positivo che ci siano state varie assunzioni in ruolo dai concorsi e che la procedura di assegnazione degli incarichi annuali sia stata programmata prima dell’inizio delle lezioni, ma sussistono ancora gravi problemi. Tra i docenti abbiamo ancora un numero abnorme di posti coperti da personale precario: quasi 2900, pari a circa UN TERZO delle cattedre degli istituti fiorentini; di queste il primo giorno di scuola risultano ancora scoperte, in base a una prima stima, un numero pari a 300/400. Tra il personale ATA (Assistenti Amministrativi, Assistenti Tecnici e Collaboratori Scolastici) restano ancora scoperti più di 500 posti.

La conclusione è che a tutt’oggi le scuole non possono fare affidamento su un’organizzazione stabile e strutturata, in grado di garantire alle studentesse e agli studenti sia la necessaria continuità didattica sia un ambiente efficace per la sicurezza e la tutela di tutti.

Il problema è ancora una volta la scelta di non investire nel sistema d’istruzione: anche l’attuale Governo infatti sta seguendo la medesima logica del risparmio che ha caratterizzato tutti i governi precedenti e non ha messo in campo alcun investimento serio e strutturale utile ad affrontare una volta per tutte i problemi che da anni il mondo della scuola sta denunciando e continuerà a denunciare.

Dobbiamo invece prevedere politiche pubbliche capaci di ripensare profondamente la scuola e, attraverso il coinvolgimento e il confronto di studenti, famiglie, organizzazioni sindacali e associazioni professionali, raggiungere obiettivi non più rinviabili, come l’estensione dell’obbligo scolastico fino a 18 anni, un’edilizia scolastica innovativa e sostenibile, l’aumento del tempo scuola, la valorizzazione del personale scolastico (anche attraverso il rinnovo del CCNL con salari europei) e la stabilizzazione del personale precario.

 

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