Previsto per il 30 maggio lo sciopero della scuola a livello nazionale. A Firenze la più colpita sarà la primaria: -900 bambini iscritti.
Il decremento demografico investirà la scuola nei prossimi anni, ma i segnali sono già presenti nella nostra società. Così come in tutta Italia, anche a Firenze, il prossimo anno scolastico inizierà con meno allievi. La più colpita è la scuola primaria che a Firenze vedrà 900 alunni in meno, rispetto al 2021/2022, poi la scuola dell’infanzia che registrerà quasi 700 bambini iscritti in meno. La secondaria di primo gradi avrà un meno 400. Le scuole superiori, invece, non sono ancora raggiunte dal calo demografico.
A livello nazionale il trend, come detto, è in linea. In totale nel nostro Paese ci saranno 130.000 alunni iscritti in meno alle prime di ogni ordine e grado. Secondo la Flc Cgil che ha lanciato questo allarme, sono oltre 400.000 gli studenti persi negli ultimi cinque anni. E la situazione non sembra destinata a migliorare. “Secondo questo trend nel 2030 avremo un milione e 300mila studenti in meno”, afferma la Flc-Cgil in una nota, in cui spiega le ragioni dello sciopero che i sindacati della scuola hanno indetto per il 30 maggio.
Per la Cgil “invece di affrontare il fenomeno con politiche strutturali a favore di genitorialità, ampliamento dell’offerta di servizio socio-educativi, politiche per la piena e buona occupazione, osserviamo che la crisi demografica è utilizzata dal Governo per proseguire sulla strada del definanziamento della scuola”: il Def approvato dal Consiglio dei Ministri ad aprile “sancisce una diminuzione della spesa pubblica in istruzione di mezzo punto percentuale sul Pil entro il 2025”.
Tra le ripercussioni “la prima e più grave conseguenza risiede nella diminuzione dell’organico dei docenti, che nel nostro territorio il prossimo anno vedrà ben 71 cattedre in meno: 38” per il taglio lineare calcolato in base alla diminuzione degli studenti, altre 33 derivanti “dalla necessità di ‘fare posto’ alle nuove figure di insegnanti di educazione motoria alla primaria”, introdotti dall’ultima Legge di Bilancio”. Tutto ciò si tradurrà nella perdita di “24 sezioni dell’infanzia, 28 classi di primaria, 21 di secondaria di primo grado, con evidenti ricadute su studenti e famiglie”. Nessun decremento invece per il personale Ata ma “grave” è “la mancata riconferma del cosiddetto ‘organico Covid’, cioè quel contingente aggiuntivo “che ha assicurato in questi anni supporto, igienizzazione, controllo e vigilanza sugli studenti. Il quadro è impietoso e smentisce tutte le narrazioni del governo, evidentemente propagandistiche, sulla centralità e l’importanza della scuola per le generazioni future”.