Scuola: proteste sui social e sul territorio, ricorsi, richiesta di dimissioni del ministro Bianchi e manifestazione nazionale il 26 marzo.
Priorità alla scuola lancia un mese di iniziative contro i contenuti dell’ultimo Dpcm che prevedono la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado nelle zone rosse e la sospensione delle attività in presenza decisa dai governatori dove vi siano piedi 250 contagi a settimana ogni 100 mila abitanti.
‘Il nuovo governo, in modo peggiore del passato, ha scelto di non dare priorità alla scuola; sarà un mese di lotte e di ricorsi ai tribunali”. Lo dice Costanza Margiotta di Priorità alla scuola Toscana intervistata da Chiara Brilli.
“Oggi Priorità alla scuola ha lanciato la raccolta di migliaia di persone, nonni, studenti, cittadini, docenti, genitori che con un cartello hanno voluto dimostrare la loro disperazione per l’ennesimo sacrificio della scuola. Il nuovo governo, in modo peggiore del passato, ha scelto di non dare priorità alla scuola; le scuole dovevano essere le ultime a chiudere e le prime a riaprire. Il piano vaccinale non parte. La scuola per questo Paese sembra sempre essere all’ultimo posto;
il ministro Bianchi ha detto che è sempre rimasta aperta ma ci sono fior di studi che dimostrano i danni della didattica a distanza. Si fa pagare ai più giovani, a quelli a cui nessuno garantisce i diritti. E si lascia ancora margine agli enti locali di fare della scuola quello che vogliono; saremo costretti a protestare fino al 26 marzo per fare si che i soldi del Recovery servano a ridare dignità alla scuola; sarà un mese di lotte e di ricorsi ai tribunali”. Ribadisce Margiotta di Priorità alla scuola.
Intanto è partita anche la campagna social sui congedi “Mamma ho perso il congedo” raccogliendo centinaia di testimonianze di donne costrette ad utilizzare le ferie, i permessi non retribuiti, perchè non tutte le categorie dispongono di questi istituti . “La chiusura della scuole deve essere un’extrema ratio: non possiamo tenere aperti i centri commerciali e chiudere le scuole. Ha ragione il ministro dell’Istruzione Bianchi” e “su questo credo si giochi la credibilita’ e la civilta’ di un Paese”. Il sindaco Dario Nardella non fa passi indietro, anche perche’ nella difesa della didattica in presenza “Firenze e’ stata sempre in prima linea”.