Tempi certi e rapidi per tamponi e tracciamenti, screening in caso di positivi e a campione nelle scuole superiori della Toscana: sono le tre azioni su cui si è concentrato l’assessorato al diritto alla salute della Regione Toscana in vista della ripartenza della scuola secondaria
superiore in presenza il 7 gennaio.
“Per le scuole, abbiamo lavorato su tre punti – ha detto l’assessore toscano Simone Bezzini -: il primo è la necessità di dare tempi certi alle scuole nella risposta sia per quanto riguarda i tamponi sia per il tracciamento. Abbiamo cercato di mettere in atto un modello organizzativo per dare risposte in tempi certi e brevi”.
Il secondo aspetto, ha aggiunto, “è che i dipartimenti di prevenzione delle aziende faranno attività di screening nelle scuole da realizzare attraverso tamponi antigienici laddove si presentino dei casi positivi, serve a capire se i casi positivi sono delle situazioni isolate o se possano rappresentare punte dell’iceberg di un focolaio che tende a espandersi”. Infine il terzo punto prevede di partire “dalla metà di gennaio con screening programmati su campione, su un panel di istituti scolastici individuato da Ars. L’idea – ha concluso Bezzini – è fare test periodici a campione per avere un monitoraggio dell’evoluzione del contagio dentro gli istituti scolastici per capire se si riesce a incrociare dei focolai e intervenire in via preventiva prima che si estendano”.
“Saremo minoritari ma siamo convinti che il rapporto con gli insegnanti e tra studenti sia
essenziale, quindi, anche complice il fatto che con i dati ce lo possiamo permettere, in Toscana il 7 gennaio si riparte con le scuole secondarie superiori”. Così invece il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.
In Toscana le scuole ripartiranno “secondo le indicazioni dell’ordinanza del ministro della Salute Speranza, ovvero al 50%” di didattica in presenza, “se poi i dati epidemiologici
peggiorano si tornerà alla dad in modo esclusivo”. Gli studenti delle superiori della
Toscana, ha poi precisato il presidente Giani , faranno “una settimana dal 7 al 15
gennaio al 50% di didattica a distanza e poi dal 15 al 75% in presenza”. “Riteniamo – ha aggiunto – che vi sia la necessità di fare di tutto affinché i ragazzi tornino a comunicare tra loro. Magari sarà per un breve periodo perché poi i dati ci porteranno a vedere la zona arancione, magari lo faremo per qualche giorno, ma il segnale che i ragazzi possano ritrovarsi tra di loro è importantissimo. Noi dobbiamo essere coraggiosi e riportare i
ragazzi a scuola perché l’anno scolastico ne ha bisogno”.
Secondo Giani, “anche poter avere un giorno sì e un giorno no in classe consente a quel 50% di didattica a distanza di essere concordata il giorno prima a scuola e, quindi, di essere ben impostata. Inoltre permette ai ragazzi di ritrovare per metà della settimana la loro socialità, di ritrovare il loro rapporto diretto”.