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Seconda edizione di Scrittori raccontano scrittori al Vieusseux

Partirà domani, 20 gennaio, al Gabinetto Vieusseux, la seconda edizione di Scrittori raccontano scrittori, un programma di rilettura dei classici del Novecento a cura di Alba Donati e Gloria Manghetti.

Scrittori raccontano Scrittori rientra nel percorso di avvicinamento ai 200 anni nel Gabinetto Vieusseux. Iniziato nel 2017, e quest’anno alla sua seconda edizione, il ciclo prevede che ogni anno dieci scrittori/scrittrici siano invitati a scegliere un Autore del novecento da raccontare ai ragazzi non prima, però, di aver consultato i preziosi documenti conservati nell’Archivio Contemporaneo del Vieusseux alla ricerca di  qualcosa di nuovo.  Gli scrittori e le scrittrici hanno scelto un autore compagno\a, maestro\a, di cui raccontare la storia, la figura intellettuale, il percorso, la vita, i libri partendo dalla consultazione delle carte conservate in sede.

“Abbiamo chiesto agli scrittori di oggi  – dice la presidente Alba Donati  – una rilettura degli scrittori di ieri fatta a partire da qualcosa di nuovo trovato nei loro appunti, negli scarabocchi, in una variante scritta a margine, in un disegno sul quaderno di appunti. Un gesto importante che offre la possibilità  ai più giovani di venire a conoscenza di quel deposito di ricchezze che è un fondo archivistico.”

L’archivio Bonsanti ha più di 150 fondi, “un suggestivo percorso – dice la direttrice Gloria Manghetti – tra autografi, dipinti, libri, oggetti, fotografie, e cimeli vari che ben si prestano a un viaggio della o nella memoria.”. L’obiettivo è portare gli studenti del liceo ad ascoltare 10 lezioni eccellenti, fatte dai migliori scrittori di oggi su 10 scrittori di ieri. Sensibilizzare quindi le giovani generazioni a conoscere da vicino e da dentro la letteratura, e recuperare l’amore per la cultura umanistica.

Si parte il 20 gennaio 2018 con Mauro Covacich su Italo Svevo. Con un approccio marcatamente autobiografico, Covacich riserverà un’attenzione particolare alla questione linguistica, per i riflessi che ha tanto sulla propria identità personale di scrittore quanto sull’identità eccentrica e anomala di Trieste. La coscienza di Zeno è stata un corpo estraneo nella letteratura italiana e la diversità di Svevo non è solo linguistica ma anche culturale: la sua posizione è infatti quella dell’intellettuale di frontiera. Una lettura dunque molto emotiva, che da Joyce a Saba e Quarantotti Gambini aprirà anche qualche squarcio sulla vita privata di Ettore Schmitz.

Il progetto ha il Patrocinio del Comune di Firenze e del Centro per il Libro e la Lettura del Mibact, ed è stato sostenuto e condiviso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.

Informazioni: www.vieusseux.it

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