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Seduta Solenne del Consiglio Regionale per Dante

Seduta Solenne

Firenze, il Consiglio regionale della Toscana si è riunito in seduta solenne al Teatro della Pergola, per celebrare i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri.

La seduta solenne rappresenta uno dei momenti salienti delle celebrazioni volute dal Consiglio regionale della Toscana, che ha approvato una legge speciale per promuovere iniziative dedicate al Sommo Poeta, alla sua vita e alla sua opera.

“Una pietra miliare della letteratura mondiale, ma anche una pietra dello scandalo, per il racconto senza veli di un’umanità fragile, in perenne cammino alla ricerca di senso e felicità”, una figura universale e insieme un esempio ancora attuale per “la sua capacità di visione, la sua lungimiranza artistica e civile”. Ha detto il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, aprendo la seduta solenne.

“Quest’occasione, nella sua solennità, ci offre il messaggio del significato e dell’importanza attribuiti a Dante che si rivela attuale ancora oggi nel suo modo di pensare, nel proporre gli argomenti di una speculazione filosofica, religiosa e intellettuale”. Ha detto il presidente della Toscana Eugenio Giani introducendo il suo intervento per celebrare Dante a settecento anni dalla morte.

È stato straordinario il fatto che su 273 Comuni della Toscana in 190 abbiamo risposto al nostro bando proponendosi con un’iniziativa su Dante, ed è proprio questo radicamento nella Toscana che ritroviamo nel Sommo Poeta.  – ha aggiunto Giani – La sua scelta fu quella di darsi un profilo d’identità toscana, quando gli chiedevano da dove provenisse, mai c’era un riferimento a Firenze ma sempre alla Toscana, ‘O’Tosco’ e poi “nato nell’aer tosca. “Quest’occasione – ha detto Giani – nella sua solennità, ci offre il messaggio del significato e dell’importanza attribuiti a Dante che si rivela attuale ancora oggi nel suo modo di pensare, nel proporre gli argomenti di una speculazione filosofica, religiosa e intellettuale. Quando parliamo di Dante è importante che tutto questo avvenga proprio in Toscana ovvero la realtà nella quale Dante ha vissuto gran parte della sua vita”.

Ospiti del consiglio, con i loro interventi dal palco della Pergola, sono stati Alberto Casadei, docente di Letteratura italiana all’Università di Pisa ed Eike Schmidt, direttore della Galleria degli Uffizi di Firenze.

Alberto Casadei, nel suo intervento ha sottolineato i molti legami con la Toscana nell’opera dantesca. “Ancora tra il 1318-1319, dopo venti anni di esilio – ha spiegato – compare evidente l’affetto verso ‘l’aere tosco’. Nonostante la sofferenza Dante si sente e rimane toscano e fiorentino e lì vorrebbe tornare”. A lungo il poeta ha pensato di poter far ritorno fisicamente in patria, e alla fine immagina che la conclusione della sua grande opera porti alla sua incoronazione con l’alloro poetico nel battistero di San Giovanni.

Eike Schmidt, ha presentato le 88 tavole con cui Federico Zuccari ha illustrato la Divina Commedia. Schmidt ha ricordato che gli Uffizi custodiscono l’intero gruppo di questi fogli ‘danteschi’ realizzati, alla fine del Cinquecento, dal pittore famoso per aver affrescato la Cupola di Santa Maria del Fiore. La Galleria ha aperto le celebrazioni per i settecento anni della morte dell’Alighieri con la mostra virtuale “A rivedere le stelle”, in cui per la prima volta i disegni sono visibili a tutti. Finora le tavole erano state viste da pochi studiosi ed esposte al pubblico solo in due occasioni, e parzialmente. La raccolta è entrata nella collezione degli Uffizi nel 1738, grazie alla donazione di Anna Maria Luisa de’ Medici. “Federico Zuccari, tra i protagonisti del tardo manierismo – ha detto Schmidt – ha realizzato i disegni tra il 1586 e il 1588, mentre era in Spagna. E anche se il suo non era un esilio, l’immersione nell’opera di Dante ha probabilmente rappresentato per lui un rifugio e una liberazione, visto che il suo operato all’Escorial non aveva riscontrato i favori del committente”.

In Podcast l’intervista al presidente della Toscana Eugenio Giani e al direttore della Galleria degli Uffizi di Firenze Eike Schmidt, a cura di Gimmy Tranquillo.

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