La difesa della donna che a Prato ha avuto un figlio da un minorenne, al culmine di una relazione sessuale durata molto tempo, ha chiesto in processo l’intervento della Consulta ponendo all’udienza di stamani un'”eccezione di legittimità costituzionale” .
La questione riguarda la presunzione assoluta d’incapacità dei minori di 14 anni prevista dall’articolo 609 quater del codice penale. Il giudice si è riservato di ammettere l’eccezione e dirà la sua decisione su questo punto alla prossima udienza del 20 gennaio 2020.
Secondo gli avvocati dell’imputata, la norma che punisce i rapporti sessuali con minori di 14 anni, a prescindere dal consenso prestato, in buona sostanza non sarebbe più al passo con i tempi, avrebbe perso di attualità e quindi, eventualmente, sostiene sempre la difesa, la presunzione assoluta d’invalidità del consenso prestato dal minore sarebbe da giudicare caso per caso. L’eccezione è stato proposta stamani in udienza. Nel processo la donna è imputata di atti sessuali con minore e violenza sessuale.
L’avvocato difensore Mattia Alfano ha affermato che “l’accessibilità di informazioni e la Rete” cioè Internet “quando è stata scritta la norma, non esistevano”. “Sollevo il caso – ha aggiunto Alfano – perché secondo il mio parere è giusto che per questo tipo di reato il giudice decida caso per caso”. L’avvocato Alfano chiede quindi che sul punto si pronunci la Corte Costituzionale attraverso un giudizio sull’eccezione di legittimità costituzionale sollevato per via incidentale.